Alla sua prima storica partecipazione alla Champions League, l'Union Berlin ha avuto la possibilità di sfidare alcuni dei migliori club europei. Il primo è stato il Re d'Europa, il Real Madrid, che al Bernabeu si è imposto di misura sul neofita teutonico.
Per la terza giornata della fase a gironi, i tedeschi hanno ricevuto il Napoli all'Olympiastadion, struttura che hanno dovuto utilizzare al posto del loro abituale stadio a causa dell'ingente richiesta di biglietti da parte degli spettatori.
Dopo la crisi affrontata nelle ultime settimane, la formazione di Rudi Garcia ha dato segnali di un'evidente ripresa già in campionato, vincendo 1-3 con l'Hellas Verona, ma il match odierno era fondamentale per una riconferma.
Sono passati quasi vent'anni da quella notte che ha cambiato la vita di milioni e milioni di italiani. Da quella magica notte in cui l'Italia di Marcello Lippi tinse d'azzurro il cielo di Berlino.
Oggi non c'erano Pirlo e Gattuso, non c'era Luca Toni e non c'era neanche il capitano Fabio Cannavaro, ma il suo sangue partenopeo scorreva ancora tra le radici del prato dell'Olympiastadion.
Il Napoli ha avuto la fortuna di giocare nello stadio che ospitò la storica finale del Mondiale del 2006. Lo stadio della testata di Zidane. Dell'incornata di Materazzi. Del millimetrico errore di Trezeguet.
Stasera in campo non c'era la Nazionale e non c'erano quei giganti del calcio, ma i colori che splendevano sulle maglie italiane erano comunque azzurri e appartenevano ugualmente a dei campioni.
Dio non gioca a dadi con l'universo, ma sicuramente si diverte con curiose coincidenze. 18 anni dopo la magia di Fabio Grosso e i suoi compagni, un calciatore italiano è tornato a espugnare l'arena berlinese.
Giacomo Raspadori è stato l'eroe della serata. Negli istanti dopo il suo gol, mente 'Jack' correva dai 3000 napoletani in trasferta, è sembrato quasi di sentire Caressa e Bergomi esultare.
Niente da togliere allo slalom infuriato di Kvaratskhelia, che in Germania ha cambiato le scarpette con delle ruspe utili a demolire il muro di Berlino, cui va riconosciuta una notevole resilienza.
Nel primo tempo giocato in territorio germano, i campioni d'Italia si sono mostrati timidi e intimiditi, malgrado i berlinesi fossero reduci da una serie di 8 sconfitte in tutte le competizioni.
Il gol annullato per fuorigioco al 23' ha tolto le castagne dal fuoco ad una squadra che è apparsa disorganizzata, pigra in fase difensiva e in difficoltà durante le incursioni in avanti.
L'assenza di Bonucci ha sorpreso non poco, dato che il giocatore aveva accettato di firmare un contratto con l'Union solo a causa della possibilità di disputare match internazionali.
Indifendibile la qualità della partita, che non ha regalato particolari emozioni a nessuna delle due tifoserie. L'eccessiva chiusura dei padroni di casa e la mancanza di idee degli ospiti hanno finito per dar vita a uno spettacolo mediocre.
Tuttavia, come insegna Massimiliano Allegri, nell'ippica vince il cavallo che ha il muso un po' più avanti e il Napoli, pur non essendo padrone di questo stile, stasera ha optato per il "corto muso".
Il trionfo era fondamentale per i campioni d'Italia, ultimamente colpiti da lampanti problemi di sfiducia. I tre punti guadagnati permettono agli Azzurri di fare un altro passo verso la prossima fase del torneo.
La classifica non è ancora decisa, ma il terzo successo consecutivo del Real Madrid e l'ennesima sconfitta dell'Union Berlin condannano i tedeschi alla quasi automatica esclusione dalle parti più alte del tabellone.