Alexandre Pato è stato ospite di Gianluca Gazzoli nel podcast 'BSMT' e ha ripercorso il suo arrivo al Milan, sottolineando che non era l'unica squadra interessata a lui.
"Quando ero giovane, la Nazionale brasiliana andava in giro e c'erano molti club su di me: oltre al Milan, c'erano anche Juventus, Real Madrid, Barcellona, Ajax, PSV e l'Inter. Andai al Mondiale in Canada con l'Under 21 brasiliana e prima di una partita ci dissero che Ancelotti era lì a vedere la partita. Io dissi: 'Ah, okay'. Magari non era vero, ma lo stimolo di fare di più ce l'avevo", ha raccontato.
Quando il Milan si fece avanti, Pato non ebbe dubbi: "Dissi che era lì che volevo andare, perché c'erano tutti: Ronaldo, Maldini, Nesta, Pirlo, Gattuso, Cafù, Kakà, Sheva, Pippo. Volevo giocare con questi super campioni, quindi il mio agente venne, ma gli dissi che volevo andare lì. 'Io gioco alla play e voglio andare lì'. Non capivo nemmeno l'importanza del Milan, io volevo solo giocare con loro".
Infine, Pato ha raccontato l'emozionante aneddoto della maglia che Shevchenko gli regalò: "Arrivò Sheva con la maglia 'la numero 7' e mi disse: 'Questa maglia è tua'. Non capivo quanto fosse importante, ma è stato bellissimo. È stata la scelta migliore nel momento giusto", ha concluso il brasiliano.