Luis Enrique accarezza il secondo Triplete e un posto nella super élite

Parigi ha occhi solo per la Champions League: più che il Triplete in sé – impresa già straordinaria – è la conquista della coppa più ambita a infiammare l'animo cittadino. La Ligue 1 e la Coppa di Francia sono ormai abitudini dolci, ma la Champions, sfuggita dolorosamente nel 2020, è diventata un'ossessione. E al centro di tutto c'è anche la gloria personale di Luis Enrique.
Il tecnico asturiano è già parte della storia del calcio, ma se dovesse alzare la Champions sabato, entrerebbe in un Olimpo ancora più esclusivo: quello dei pochi allenatori capaci di conquistare due Triplete. Solo Pep Guardiola, suo amico e collega, ci è riuscito. Un'impresa che consacrerebbe entrambi nella super élite degli allenatori moderni.
Per Luis Enrique sarebbe una rivincita e un nuovo inizio: dieci anni dopo il trionfo con il Barcellona nel 2015, oggi guida un PSG rinnovato, senza più il progetto megastar, ma con una squadra vera, costruita su equilibrio e identità. Ha già messo le prime due pietre — la Ligue 1 vinta il 5 aprile e la Coppa di Francia il 24 maggio — e ora manca solo la vetta.
È un uomo diverso da quello del 2015, segnato dall'esperienza, dal dolore per la perdita della figlia Xana e dalla distanza emotiva dal caos mediatico spagnolo. Ma oggi, con il PSG, è più vicino che mai a sedersi accanto a Guardiola, l'unico ad aver firmato due triplette nella storia. E a trasformare la sua carriera in leggenda.