Idolo al Gremio, idolo al Liverpool, idolo alla Lazio. Lucas Leiva è uno dei centrocampisti brasiliani di sostanza più importanti degli ultimi anni, capace di diventare una bandiera in Premier prima di sbarcare in Serie A e vincere diversi trofei con la maglia biancoceleste. A Roma è a casa.
Lucas Leiva è però legatissimo al suo passato inglese e ovviamente alle radici brasiliane. Di origine italiana, il 32enne è comunque nato in Sudamerica e giocato nel suo paese prima di approdare in Europa, dove milita oramai dal 2007. Per ora un ritorno a casa non è dietro l'angolo.
Ai microfoni di DAZN, Lucas ha parlato dell'amore per le tre squadre della sua carriera:
"Ogni volta che posso guardo le partite di Serie A, ma se sono a casa nel weekend guardo anche quelle del calcio brasiliano o della Premier. Con la famiglia seguiamo le partite delle squadre a cui sono legato. Tutta la mia famiglia tifa Lazio, Liverpool e Gremio. Mia moglie era dell'Internacional ma credo che dopo tutto questo abbia cambiato, ora credo tifi Gremio anche lei".
Arrivato in sordina al Liverpool, Lucas Leiva si è ritagliano pian piano un posto da protagonista:
"All'inizio a Liverpool è stato difficile, mi sono adattato piano piano ma fortunatamente c'erano molti spagnoli in rosa e anche mister Benitez. La mia personalità latina mi ha aiutato ad ambientarmi visto che non parlavo inglese, ma i primi due anni sono stati duri, a volte credevo di non farcela. A poco a poco le cose sono cambiate, quando impari la lingua ti sistemi, stai meglio in squadra e nella città. Ho passato dieci anni lì, ho solo bei ricordi. Ho il record per presenze tra i brasiliani, ma credo che Firmino mi supererà perchè gioca 50 partite a stagione. Mi fa piacere, è un ragazzo incredibile".
Con calma, studio e pazienza, Lucas Leiva è riuscito ad inserirsi a Liverpool:
"Mi sono adattato bene, non ero fisicamente pronto quando sono arrivato. Ma giocare in un ruolo difensivo mi ha aiutato ad essere più creativo e mi ha fatto apprezzare dai tifosi, in così tanti anni mi sono sempre trovato meglio nel club e a contatto con la cultura della città. Sì, forse sono lo straniero più inglese del Liverpool".
Ariana Lima, metà di Lucas Leiva e madre dei suoi due figli, stravede per quanto fatto dal marito:
"Sono orgogliossima di lui, non è facile giocare per dieci anni con un club come il Liverpool, sono con lui dall'inizio e so quanto sia difficile arrivare qui così giovane e maturare così tanto, lo sforzo di crescere fisicamente e mentalmente. E' un vincitore nella vita e nella carriera, non è da tutti andarsene dalla porta principale dopo fatica e sacrifici".
Dopo 346 presenze e dieci anni con la maglia del Liverpool l'approdo alla Lazio:
"Quanto ti senti valorizzato nella tua squadra, reinventi te stesso. Ho riscoperto me stesso qui e la mia famiglai è felice, il che aiuta molto. Appena sono arrivato abbiamo vinto subito la Supercoppa Italiana contro la Juventus, qualcosa che non succedeva da un po' di tempo. A poco a poco ho dimostrato il mio valore, avevo grandi aspettative come i tifosi perchè arrivavo da un grande club come il Liverpool. Non immaginavo sarebbe andata così bene".
Prande la parola nuovamente la signora Ariana:
"Un grande tifoso della Lazio, visto che non battevano la Juventus da circa quattro anni ha detto a Lucas 'se ci fai vincere questa finale contro di loro porto te e la tua famiglia a incontare il Papa'. Vincemmo la finale 3-2 ed oltre all'emozione di vincere la Supercoppa ero euforica di poter incontare il Papa e così è stato. Eravamo paralizzati di fronte a lui, Lucas gli ha regalato una maglia della Lazio".
Per Lucas un incontro incredibile, che non dimenticherà mai:
"Volevo dirgli tane cose, ma quando ero di fronte a lui non riuscivo a dire una parola. E' una persona che trasmette molta pace, non ho mai provato nulla del genere".
33 anni nella carta d'identità e un contratto in scadenza con la Lazio nel 2022, Lucas Leiva non pensa ancora al ritorno in patria:
"Mi piacerebbe tornare in Brasile perchè vivono amici e famiglia, ma i problemi di sicurezza che sta vivendo il nostro paese ci scoraggiano a tornare ora come ora. Il Brasile è casa nostra, è da lì che vengo e lì ho le mie radici. Anche se qui si sta benissimo ci sono cose che abbiamo solo lì. Mi mancano i pranzi con famiglia e amici, ma non si può avere tutto. Sono veramente grato di dove sono e di quello che ho raggiunto".