È tempo di big match in quel di Londra, dove l'Arsenal ha ricevuto l'acerrimo rivale, il Manchester City. I Gunners hanno sete di vendetta, dopo aver perso il titolo lo scorso anno.
Il gran duello tra l'allievo e il maestro è diventato un 'clasico' della Premier League, nelle ultime stagioni. Arteta sente ancora il peso dell'ombra di Pep Guardiola, che lo ha accompagnato nei primi passi in panchina, tra il 2016 e il 2019.
Quella con i Gunners è la prima avventura in solitaria per l'esordiente 41enne dei Paesi Baschi e Guardiola è l'unico avversario ancora imbattuto, almeno nei match di campionato.
Inoltre, negli ultimi 11 precedenti tra le due protagoniste della sfida, l'Arsenal non è mai riuscito a conquistare i tre punti. L'opportunità di oggi era particolarmente ghiotta, perché avrebbe permesso al vincitore di raggiungere la vetta.
Tuttavia, quasi per la totalità dell'incontro, Citizens e Gunners si sono annullati a vicenda, non riuscendo a sbloccare il risultato fino agli sgoccioli dell'incontro.
Il Manchester City ha dominato in quanto a possesso palla e numero di occasioni create, ma le opportunità più pericolose sono toccate ai padroni di casa.
Alla fine, gli sforzi fatti dai londinesi sono stati premiati, grazie anche alla complicità della dea bendata. Martinelli ha siglato il gol decisivo a cinque minuti dal triplice fischio.
Il tiro dell'attaccante è partito da fuori area e ha beffato Ederson a causa di un fortunoso rimbalzo sulla schiena di Ake, che ha reso impossibile l'intervento del portiere.
Il trionfo non ha solo un enorme peso sulla trasformazione della classifica, ma anche sul morale e l'autostima dei giocatori dell'Arsenal, consapevoli dell'impresa appena compiuta.
È necessario fare un lungo passo indietro fino al 2015 per rintracciare l'ultimo successo dei Gunners in una sfida di Premier League contro i giganti "Sky Blue".
La vera vittoria di oggi non è data dai banali tre punti (che comunque, non sono da buttare...), ma dall'aver messo fine a una serie di sconfitte che si prolungava da otto anni.
Arteta ha fatto il grande passo nel mondo degli allenatori professionisti già da quattro stagioni, ma superare Guardiola - per la prima volta nei 90' - rappresenta il definitivo taglio del cordone ombellicale da colui che lo ha tenuto per mano sin dai tempi dell'accademia.