Lionel Messi ha messo la corona alla sua carriera e lo ha fatto trascinando la nazionale al trionfo nella 22ª edizione del Mondiale, battendo la Francia nella finale del Lusail Iconic Stadium, in Qatar.
Sono passati 36 anni dall'ultima volta in cui l'Argentina ha portato a casa il trofeo. In quello storico Messico '86, Diego Armando Maradona indossava la fascia da capitano e sollevava la coppa all'Estadio Azteca.
La stella del XXI secolo ha eguagliato la leggenda della storia del calcio, restituendo al suo Paese un titolo che mancava da lungo tempo, dopo le deludenti sconfitte subite nel 1990 e nel 2014, entrambe inflitte dalla Germania.
In quelle due occasioni, i tedeschi hanno saputo mettere un freno alla squadra in cui giocava "il giocatore più forte del mondo". In Italia '90, "El Pibe de Oro" non poté nulla di fronte al rigore di Brehme al minuto 85 e, a Rio de Janeiro nel 2014, il sette volte Pallone d'Oro non riuscì a riequilibrare il risultato, dopo che Gotze aprì le marcature al 113', nei tempi supplementari.
La scalata verso la vetta
Nella penisola araba, il percorso della formazione guidata da Scaloni non è stato tutto in discesa e più volte si è pensato che il sogno degli argentini stesse per finire. Il debutto è stato segnato da una preoccupante disfatta contro l'Arabia Saudita, che ha rimontato lo svantaggio ed ha ribaltato l'incontro in cinque giri di cronometro.
In quel Girone C, condiviso anche con Polonia e Messico, la "Selección" si è potuta ugualmente classificare al primo posto. Dopo lo scivolone nel match inaugurativo, le due vittorie consecutive contro la "Tri" e le "Aquile bianche" le hanno permesso di chiudere la prima fase in bellezza.
Approdata al tabellone ad eliminazione diretta con 6 punti, cinque gol fatti e solo due subiti, l'Argentina si è trovata a giocarsi il passaggio degli ottavi di finale contro l'Australia, caduta per 2-1 sotto i colpi di Messi e Julian Alvarez.
Ai quarti è stata la volta dell'Olanda, che è stata capace di recuperare uno svantaggio di 2-0 e riportare il risultato in pareggio al 111', facendo credere a tutti i sostenitori sudamericani che l'impresa non fosse andata a buon fine.
Tuttavia, la prestazione dell'eroico Dibu Martinez, re indiscusso dei pali, ha restituito la speranza, quando l'estremo difensore ha parato le prime due esecuzioni dal dischetto degli arancioni. Gli errori di van Dijk e Berghuis sono stati decisivi per permettere ai ragazzi di Scaloni di continuare la scalata.
La partita sulla scacchiera di bronzo
In semifinale è arrivato un avversario difficile e inaspettato, la Croazia, che nel 2018 aveva sfiorato la coppa, prima di vedersela strappata in finale dalla Francia, che in quella data riuscì a festeggiare il secondo trofeo della sua storia.
Gli "Scaccati" avevano il merito di aver causato l'eliminazione del Brasile, considerato il favorito alla vittoria della competizione intercontinentale. Riuscire a buttar fuori i pentastellati dal Mondiale è sempre una grande soddisfazione.
La sfida con Zlatko Dalic è stata più facile del previsto, con Modric e compagni che non hanno retto la travolgente performance del tandem d'attacco Messi-Alvarez, autori dei tre gol che hanno sentenziato Livakovic, impotente di fronte alla coppia.
L'impresa sfiorata
Grazie al successo nel penultimo appuntamento, l'Albiceleste si è guadagnata il biglietto di accesso alla finale. Nell'ultima battaglia, la rivale è stata la Francia, reduce dalle sfide con Australia, Tunisia, Danimarca (fase a gironi), Polonia (ottavi di finale), Inghilterra (quarti di finale) e Marocco (semifinale).
Deschamps aveva l'opportunità di scrivere una pagina indimenticabile per il suo Paese, regalando la seconda stella consecutiva ai "Les Bleus", campioni nel 1998 e nel 2018. Se la sua formazione avesse avuto la meglio, avrebbe siglato un record che vantano solo Italia e Brasile.
Quelle menzionate sono le sole nazionali ad aver vinto due Mondiali di fila. Gli azzurri lo hanno fatto nel 1934 e nel 1938, quando sulla panchina c'era il veterano Vittorio Pozzo, unico allenatore capace di ottenere questo titolo per due volte nella propria carriera.
La "Canarinha" registrò lo stesso primato all'epoca di Pelé, quando "O'Rei do futbol" trascinò i suoi compagni nel 1958 e nel 1962. Ad ogni modo, lo spettacolo messo in scena dalla "Scaloneta" ha impedito ai francesi di iscriversi a questo ristrettissimo gruppo d'elite.
La strada per il successo è piena di ostacoli
I novanta minuti della finale sono stati infuocati, come è giusto che accada in una sfida così importante. L'Argentina è scesa sul terreno da gioco dimostrando di essere più determinata che mai, riluttante all'idea di sbagliare l'ultimo passo, quello da giganti.
La rabbia per le sconfitte del passato, la speranza di milioni di tifosi in tutto il mondo, il Lusail Stadium dipinto quasi solo d'azzurro, l'ultima occasione per un calciatore che ha la grandezza di un titano, sono state le spinte necessarie per portare i sudamericani al successo.
Il numero 10 ha aperto le marcature dal dischetto, quando Di Maria è stato atterrato in area, regalando al suo capitano l'occasione di insaccare la prima sfera del match. Con freddezza glaciale, l'attaccante del PSG ha spiazzato Lloris ed ha sbloccato il risultato.
L'evento deve aver traumatizzato "I Galli", che si sono fatti raddoppiare solo 15' più tardi e non hanno dato alcun cenno di ripresa nella prima metà. L'autore della seconda rete è l'anziano Ángel bianconero, imbeccato dal giovane Mac Allister con un assist d'oro.
I guerrieri col tricolore non si sono però arresi e, sfruttando la perdita di lucidità degli avversari a dieci minuti dalla fine, si sono messi in moto per ristabilire l'equilibrio. Un magnifico Mbappé ha condotto i suoi compagni al pareggio.
Prima ha trasformato un rigore, che Martinez ha raggiunto solo con la punta delle dita, non riuscendo ad impedire al pallone di entrare in rete. Poi, solo sessanta secondi più tardi, l'idolo parigino ha bucato di nuovo l'estremo difensore, con un sinistro in diagonale che ha condannato le due finaliste ai tempi supplementari.
La "Pulce" gargantuesca e la "Tartaruga" fulminea
Durante l'inaspettata proroga, l'astro dell'Argentina si è incaricato di mettere fine alla sofferenza degli spettatori, dei giocatori panchinari e del tecnico a bordo campo, cambiando di nuovo i numeri sul segnapunti e scatenando il boato degli spalti reboanti.
Un lancio proveniente dalle retrovie ha permesso a Lautaro di costruire una serie di scambi con il suo compagno del reparto offensivo. Giunti di fronte a Lloris, il proiettile dell'attaccante nerazzurro non è stato abbastanza, ma l'atomica "Pulce" si è fatta trovare pronta sul rimpallo ed ha ribattuto in rete per il 3-2.
La battaglia non è però giunta al termine, perché al 116' Montiel ha fermato con la mano uno sparo di Mbappé, regalando il secondo rigore al leader francese. La "Tartaruga Ninja" ha baciato il pallone e, con disarmante imperturbabilità, ha messo la firma ad una sensazionale tripletta.
Il cielo è Albiceleste sopra Lusail
Ancora una volta, la finale del Mondiale si chiuderà solo ai calci di rigore. Il protagonismo degli ultimi istanti lo ruba tutto il Dibu Martinez, che alza una muraglia tra i pali ed impedisce la realizzazione di Coman. Il consecutivo errore di Tchouameni condanna definitivamente i francesi, che ne escono sconfitti dopo una lotta all'ultimo sangue.
Indescrivibili le emozioni che il calcio riesce a regalare. Estrema felicità, profonda delusione, lacrime di gioia, lacrime di tristezza. Il prato verde viene investito da ogni tipo di sentimento, sprigionato da due squadre che hanno disputato una delle partite più belle della storia.
Un celebre commentatore italiano direbbe che "il cielo è Albiceleste sopra Lusail", vedendo le immagini di Messi che alza la coppa puntando allo zenit, incidendo il proprio nome su quell'unico trofeo che era mancato nella sua brillante carriera.
La storia dell'Argentina la scrivono i campioni. Nel 1986, la leggenda aveva portato il suo Paese sul tetto del mondo. Trentasei anni più tardi, con le stesse trame cucite sulla pelle, il mito ha ripetuto un'impresa che sembrava essere impossibile.