"Il mio rapporto con Sarri? Non vado a cena con lui... "

BeSoccer 5 añnni fa 132
Jorginho racconta il rapporto con Sarri. Goal

Legato a Sarri dai tempi di Napoli, Jorginho risponde a chi lo accusa di essere il preferito dell'allenatore: "Voglio dimostrare perchè gli piaccio".

Appena firmato con il Chelsea, è stato suo il nome che Maurizio Sarri ha fatto alla dirigenza per dare un nuovo volto al centrocampo dei blues. Che la carriera di Jorginho sia legata a doppio filo con quella del tecnico toscano è cosa nota, con l'italobrasiliano che in questa stagione è stato spesso accusato da alcuni tifosi di ricevere un trattamento privilegiato rispetto ai compagni.

Già 38 apparizioni stagionali collezionate dall'ex Napoli, praticamente sempre presente el centrocampo del Chelsea. Un ampio minutaggio che ha finito però per attirare diverse critiche nei confronti di Jorginho, accusato da alcuni supporters dei blues di dare troppo spesso uno scarso contributo al gioco offensivo della squadra.

Tanti passaggi in orizzontale e una gestione conservativa del possesso palla che pare non convincere i tifosi del club londinese. Nonostante ciò, Sarri non sa rinunciare al suo uomo di fiducia. Una scelta che ha spinto molti a definire Jorginho il preferito dell'allenatore, un'accusa alla quale il giocatore ha voluto rispondere in un'intervista per il 'Guardian'.

"Io non sono speciale. Sono un giocatore normale, come tutti gli altri. Non voglio neanche essere speciale, va benissimo essere uguale ai miei compagni".

Già perno del centrocampo di Sarri ai tempi del Napoli, Jorginho non si considera dunque un privilegiato rispetto ai compagni. Un concetto che il giocatore ha poi tenuto a ribadire con decisione.

"I tifosi hanno il diritto di dire ciò che vogliono. Questo mi dà anche la forza di lavorare di più, per far cambiare l'opinione che hanno su di me. Loro pensano che io sia l'uomo di Sarri, ma voglio mostrare loro perché piaccio all'allenatore, che sono un buon giocatore e hanno torto ad avere quell'atteggiamento nei miei confronti. Io credo in me stesso, so quanto lavoro e mi impegno per crescere. Quindi accetto le critiche, ma non le condivido. Continuo a restare calmo e lavorare sodo, con l'obiettivo di migliorare. Spetta a me farlo. Con lui ho una relazione del tutto normale. Non vado a cena con lui né vado a casa sua. Il nostro è solo un rapporto di lavoro molto professionale: mi spiega cosa vuole che io faccia e io cerco di metterlo in pratica sul campo. Sono solo un giocatore che può aiutarlo ad attuare nel migliore dei modi il gioco che lui vuole. Quando sbaglio, mi urla e mi rimprovera come fa con tutti gli altri. Non mi considero il suo ragazzo d'oro".

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