"Ibrahimovic non serve al Milan"

BeSoccer 4 añnni fa 28
Rossi scettico sul ritorno di Ibrahimovic. Goal

Il Milan sogna Zlatan Ibrahimovic, Paolo Rossi non sembra entusiasta: "Sarebbe come mettere una toppa da una parte ma l'acqua esce dall'altra...".

Zlatan Ibrahimovic non ha ancora deciso il suo futuro: resterà negli Stati Uniti o tenterà una nuova e stimolante esperienza in Europa per chiudere la carriera al top? Tra qualche settimana dovrebbe arrivare il tanto atteso annuncio, che in Italia vede interessate sia Bologna che Milan.

Se i felsinei sono una suggestione per la presenza in panchina di Sinisa Mihajlovic, grande amico dello svedese, i rossoneri rappresentano un'opzione da tenere in forte considerazione: anche alla luce delle recenti dichiarazioni di Don Garber, commissioner della MLS che ha fatto sognare i tifosi del 'Diavolo'.

L'eventuale ritorno di Ibrahimovic al Milan però non sembra scaldare il cuore di un campione del mondo come Paolo Rossi, piuttosto scettico al pensiero di un Zlatan 2.0: intervenuto alla New York University di Abu Dhabi, 'Pablito' ha spiegato i contro che l'acquisto dell'ex Ajax comporterebbe. Queste le sue dichiarazioni riportate da 'La Gazzetta dello Sport'.

"Non so se sia probabile che torni. E’ un giocatore che ha fatto una carriera straordinaria ma non potrà essere lui a risolvere i problemi del Milan. Mettono una toppa da una parte ma l’acqua esce da tante altre. E’ un investimento non utile per il futuro ma solo per i prossimi sei mesi. E allora a cosa serve? Sì, può dare qualcosa, ma il Milan ha molti problemi. Non sono un dirigente del Milan ma credo che ricostruire le squadre sia difficile. Giampaolo era una scelta coraggiosa ma poi devi dargli tempo di esprimere le sue idee. Ora devono traghettare la squadra verso una classifica tranquilla e mettere le basi per il futuro".

Un pensiero anche per il fenomeno del razzismo, tornato tristemente d'attualità dopo gli insulti a Mario Balotelli durante Verona-Brescia: "C'è razzismo negli stadi? Sì ed è una vergogna. Il mondo è uno e uno soltanto. C’è bisogno di dare un segnale perché se succedono questi episodi vuol dire che non abbiamo una cultura sportiva e allora dobbiamo insegnare ai ragazzi questi valori. La Federazione deve fare la sua parte, i club la loro, i giocatori in campo la loro".

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