Rossi dimentica l'incubo doping: "Storia assurda, aspetto una chiamata"

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Giuseppe Rossi e il doping: 'Storia assurda, aspetto una chiamata'

Giuseppe Rossi era stato scagionato dopo l'accusa di doping: "Ho perso l'occasione non per colpa mia, mi alleno da solo, ho tanto da far vedere".

Un talento infinito e una carriera travagliata da mille infortuni: Giuseppe Rossi mette alle spalle anche l'incubo doping dopo la nota di biasimo da parte del Tribunale Nazionale e si dichiara pronto a tornare nel calcio che conta.

Intervistato ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport', 'Pepito' ha commentato la vicenda del 12 maggio 2018, quando fu trovato positivo al dorzolamide durante un controllo effettuato al termine di Benevento-Genoa, per poi essere scagionato:

"Mi faccio mille domande, risposte poche. Una storia assurda, scioccante. Mi cercavano club importanti, ho perso l’occasione non per colpa mia. Ma non voglio più pensare a quella m... Voglio giocare a calcio, sono bravo a farlo, voglio ancora una possibilità".

L'appello di Giuseppe Rossi alle squadre che vorranno puntare ancora sul suo talento:

"Sto bene da tanto, mi alleno tutti i giorni, non è facile farlo da solo. Aspetto una chiamata, ho tanto da far vedere".

L'ex Fiorentina si è allenato ultimamente nel Manchester United di Lukaku e Sanchez, poi passati all'Inter in estate:

"Lukaku fa reparto da solo, gioca per la squadra. Ma se Conte l’ha preteso il perché è nel curriculum di Romelu: fa goal, lo fa in ogni modo, sa fare tutto. L’ho conosciuto, è un ragazzo splendido, con me parlava in italiano. Sanchez? È forte ma non lo scopro io. A Manchester gli ho ricordato che al Barcellona andò grazie a me. Dovevano prendere me, nel 2011, Poi il Villarreal rifiutò l’offerta, non vollero cedermi. Così andarono su di lui. Conte? All’inizio del suo ciclo in Nazionale io ero infortunato, lui venne a Firenze a parlare di me con Montella. Mi avrebbe aspettato".

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