El Shaarawy cuore Milan: "Rimane la mia squadra"

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El Shaarawy cuore rossonero. Goal

Stephan El Shaarawy confessa: "A gennaio mi stavo muovendo per cambiare squadra". Poi rivela: "Resto tifoso del Milan, lo sono fin da bambino".

La strana situazione di Stephan El Shaarawy: è italiano e gioca in Cina, il paese dove il Coronavirus è nato e si è sviluppato, prima di diffondersi a macchia d'olio anche da noi. E a gennaio, ignaro di quel che sarebbe accaduto nelle settimane seguenti, più di un pensiero sul ritorno in Serie A l'aveva fatto.

A confessarlo in una chiacchierata a distanza con 'Sky Sport' è stato lo stesso Faraone, che da poco più di un anno veste la maglia dello Shanghai Shenhua, formazione della Super League cinese.

"Ho cercato, insieme al club, di trovare una soluzione perché, arrivati a gennaio, avevano iniziato a posticipare campionati e coppe, non sapevamo quando si sarebbe ripreso. Non volevo restare fermo qualche mese con l'Europeo alle porte, in quel momento non si parlava ancora del rinvio e allora mi stavo muovendo per trovare un modo per non stare fermo. La Nazionale era la mia priorità, ero stato convocato in precedenza e non volevo perdere quest'occasione, quindi volevo giocare".

Di mercato per El Shaarawy, a dire il vero, si parla ancora. E ancora una volta accostando l'italo-egiziano alla Roma, il club dove ha trascorso le sue ultime stagioni italiane.

"A Roma ho lasciato tantissimo, ho costruito non solo un percorso calcistico ma molto di più. Mi sono sentito come a casa, mi manca come tutta l'Italia. Quando vieni catapultato in un mondo completamente diverso è chiaro che ti mancano tante cose, ma ho avuto la fortuna di ritornare spesso anche grazie alla Nazionale per cui non ho mai perso il contatto con il mio paese e con la mia famiglia".

Se la Roma ha rappresentato il club della rinascita dopo la delusione Monaco, è al Milan che El Shaarawy è diventato qualcuno. Tenendo in piedi praticamente da solo, nella prima parte del campionato 2012/13, una formazione senza una vera identità.

"Al Milan sono arrivato in un momento in cui c'era il bisogno di cambiare. Ma sono milanista nel cuore. Il Milan rimane la mia squadra, è quella che ho sempre tifato da bambino. Però ci sono state delle circostanze e delle situazioni per le quali era giusto andare via".

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