29 aprile 1990. Il Napoli di Diego Armando Maradona cuciva sulla maglia il secondo scudetto della sua storia, realizzando un'impresa che ha permesso al "Pibe de Oro" di diventare un iconico eroe della città partenopea.
4 giugno 2023. Trentatré anni dopo, i napoletani tornano ad essere sul tetto del mondo, ma stavolta lo fanno in uno stadio che porta il nome dell'argentino che per primo fece conoscere Napoli nel panorama internazionale del calcio.
"Diventeremo tutti Maradona", aveva dichiarato Luciano Spalletti poco prima di aggiudicarsi matematicamente il titolo di campione e ci aveva visto giusto. Gli Azzurri non hanno più Diego, ma hanno una squadra inarrestabile e rispettata da tutta Europa.
Quasi tutto merito del mister, che nell'ultimo anno a Castel Volturno ha lavorato con un'intensità impressionante per costruire da zero un gruppo capace non solo di competere per lo scudetto, ma di conquistarlo con largo anticipo, dominando il campionato nel corso dell'intera stagione.
I successi del tecnico toscano gli sono stati riconosciuti anche ufficialmente, considerando che la Lega Serie A ha conferito a Spalletti il premio di "miglior allenatore dell'anno", omaggiandolo per la bellezza portata dal Nanpoli nei palcoscenici di tutto lo Stivale.
All'ultima giornata di campionato, gli Azzurri hanno ospitato la Sampdoria nell'arena di Fuorigrotta intitolata a Maradona. Paradiso e inferno. Vetta e abisso. I Blucerchiati hanno chiuso la stagione non riuscendo ad ottenere la salvezza e retrocederanno in Serie B.
Tuttavia, il caso ha voluto che i Doriani finissero proprio nella tana dei Campioni d'Italia per mettere un punto al pessimo anno trascorso e che fossero costretti a farlo in un gran clima di festa. La città di Napoli e lo stadio sono stati invasi da migliaia di tifosi euforici.
Poche emozioni nella sfida della 38ª giornata disputatasi nel tempio napoletano, dove i padroni di casa si sono imposti per 1-0 sulla formazione guidata da Dejan Stankovic, alla sua ultima presenza sulla panchina della Sampdoria.
Nel primo tempo sono state molte le opportunità create dall'undici partenopeo, che si è rivelato però poco efficace in fase di finalizzazione, non riuscendo a trovare lo specchio nella maggior parte dei casi.
La situazione si è evoluta nel corso della seconda frazione, quando Murru ha commesso un fallo di danni di Victor Osimhen all'interno dell'area, obbligando il direttore di gara ad assegnare un calcio di rigore.
Il nigeriano ha calciato dal dischetto con estrema freddezza e decisione, riuscendo ad infilzare con successo Turk. L'estremo difensore ha indovinato il lato, ma non c'è stato niente da fare di fronte alla realizzazione del capocannoniere della Serie A.
Dopo aver ottenuto il vantaggio, la formazione di Spalletti è riuscita a condurre un vero e proprio assedio, in cui è risaltata in particolar modo la presenza di Giovanni Simeone, autore del raddoppio.
L'argentino ha calciato dal limite dell'area, facendo partire un bolide con il destro che si è infilato direttamente nell'incrocio dei pali, rivelandosi imparabile per l'estremo difensore blucerchiato.
Al termine del match, si è inaugurata la cerimonia promozionale nel corso della quale è stata consegnata al Napoli e a tutti i giocatori la coppa della Serie A, conferita ai vincitori del campionato, che guadagnano il titolo di Campioni d'Italia.