"Il triplete? L'abbiamo già vinto nel 2009 e nel 2015, speriamo di riuscirci di nuovo"

Il Barcellona affronta oggi un incontro cruciale in Champions League contro il Borussia Dortmund. I blaugrana vogliono ipotecare il passaggio alle semifinali e rafforzare così le proprie ambizioni per uno storico triplete, un traguardo che appare sempre più concreto: la squadra catalana è infatti prima in Liga e già finalista in Coppa del Re.
Nonostante il club mantenga un profilo basso e inviti alla prudenza, nello spogliatoio — come ha confermato Gavi nell'ultima conferenza stampa — ci sono giocatori che iniziano a sognare in grande. Tra questi c'è Lamine Yamal. Il giovane talento del Barça ha rilasciato un'intervista a 'ESPN', in cui non ha nascosto la propria determinazione nel voler conquistare il triplete, un obiettivo che considera assolutamente alla portata del Barcellona.
"Faccio parte di quelle persone che credono sempre nella propria squadra. Fin dall'inizio della stagione punto al massimo. Se ad agosto pensavamo di poter vincere il triplete, allora quello doveva essere il nostro obiettivo. E non è cambiato nulla ora che siamo ad aprile. Non si tratta di presunzione, ma di fiducia in sé stessi", ha dichiarato.
"Se pensi o dici che vincerà un'altra squadra, allora non capisco perché entri in campo a giocare. Possiamo vincere il triplete. Siamo il Barça. L'abbiamo già fatto nel 2009 e nel 2015, e spero che potremo riuscirci ancora", ha concluso il numero 19 del club catalano.
Yamal ha anche parlato del grande momento che sta vivendo al Barcellona e della sua esplosiva ascesa: "È come vivere un sogno. Siamo in finale di Coppa, possiamo arrivare in finale di Champions, magari anche a quella del prossimo Mondiale con la Spagna… Sembra tutto irreale, come se stessi giocando a Pro Evolution Soccer. Tornare a casa e pensare: 'Ho giocato una finale dell'Europeo'. È una sensazione incredibile", ha raccontato.
"Non sento la pressione, cerco solo di divertirmi. So quanto sia importante giocare nel Barça, ma il mio obiettivo è godermi il momento. Bisogna saper gestire tutto: le partite, la stagione, gli allenamenti… ed è qualcosa che sto imparando. Dove mi vedo tra 10 anni? Avrò 27 anni. Credo che sarà simile a oggi: andare dal centro sportivo a casa e da casa al campo. La mia vita è questa", ha concluso.