Il poker batte sempre carta alta

Quando cambia una squadra come il Barcellona, dicendo addio a personaggi che ne hanno scritto la storia, si teme sempre il peggio, ovvero che quel club non torni ad essere tra i più grandi.
L'abbandono di Messi nel 2021 aveva mandato in tilt la società catalana e tutto il tifo, che non riusciva ad accettare l'idea di veder partire quell'argentino dal piede magico e d'indiscutibile fedeltà.
Il momento di transizione fu tra i peggiori per la formazione spagnola, incapace di ritrovare quell'equilibrio che per anni l'aveva portata ai piani più alti del calcio internazionale.
Poi, è arrivata l'intuizione, quel colpo di mercato capace di cambiare le carte in tavola e gettare benzina in un motore che sembrava sul punto di rimanere definitivamente a secco.
È giunto l'uomo della provvidenza, Robert Lewandowski. Il polacco ha lasciato il Bayern Monaco dopo otto stagioni e alla veneranda età di 34 anni, quando tutti pensavano fosse finito.
Approdato in Spagna, Paese di cui era bramoso sin dal suo debutto a livello agonistico nel mondo dello sport, l'attaccante ha saputo dimostrare di avere ancora tanto da dare.
Nelle trentaquattro presenze messe a registro fino ad ora tra le varie competizioni, Robert Lewandowski non ha mai smesso di essere una strepitosa "macchina da gol", andando in rete 26 volte.
Anche nel match di Elche, dove il Barcellona si è recato per sfidare l'ultima in classifica, ci ha pensato lui a portare in vantaggio l'undici di Xavi Hernandez, uscito vittorioso dal Martinez Valero.
Dopo una partenza piuttosto incerta dei catalani, quasi schiacciati dagli affamati avversari, gli ospiti si sono dati una svegliata ed hanno iniziato a prendere possesso del terreno da gioco.
Un cross morbido ha raggiunto Araujo sul secondo palo, ma il difensore ha optato per scaricare nel mezzo su Lewandowski, il quale ha stoppato col sinistro ed ha calciato con il destro per sentenziare Badia.
I padroni di casa hanno provato a ribellarsi, non avendo nulla da perdere e tanto da guadagnare, considerando che gli alicantini viaggiano con 13 punti infondo al tabellone e sono già con un piede in "Segunda División", ma non c'è stato molto da fare.
A partire dal secondo tempo, il Barcellona ha voluto inaugurare un vero e proprio festival, in cui ha rifilato una goleada agli avversari, condannandoli ad affondare sempre di più.
Il secondo verdetto, utile a chiudere un risultato che era in realtà già stabilito dal minuto 20, porta la firma del giovanissimo Ansu Fati. L'attaccante ha voluto rimarcare la sua importanza per i compagni, dopo che il padre aveva aspramente criticato il tecnico per non avergli concesso abbastanza minuti.
Lo spagnolo con origini guineensi ha dato prova delle sue abilità, lanciando alla dirigenza un messaggio che non può essere frainteso: quel numero 10 sulla maglia è meritato, anche se forse è presto per dirlo.
Dopo il gol del talentuoso 20enne c'è stata un'esplosione di euforia per gli ospiti e una resa totale per l'Elche, che si è lasciato sovrastare dall'unidici guidato da Xavi.
Lewandowski è stato autore di una doppietta, in particolare nella rete del 3-0, arrivata con un'azione generatasi dall'errore difensivo dei padroni di casa, rei di aver regalato il pallone al polacco.
Infine, la ciliegina sulla torta l'ha messa Ferran Torres, che con un tiro estremamente preciso di piatto ha depositato il pallone nell'angolino in basso a sinistra, impedendo a Badia di raggiungerlo.
Brutto risultato per la prima panchina di Beccacece, il quale ha preso le redini di una squadra che ha tanto su cui lavorare. Continua la fuga del Barcellona, momentaneamente a +15 sul Real Madrid.