Il percorso del PSG verso la finale di Champions League

Il Paris Saint-Germain è arrivato all'ultimo atto della Champions League all'Allianz Arena di Monaco con un cammino fatto di scivoloni iniziali, rinascite sorprendenti e prove di forza nei momenti chiave.
Sotto la guida di Luis Enrique, il club parigino – più solido nelle coppe che in campionato – ha saputo capitalizzare i propri talenti quando più contava. Nonostante un avvio stentato, i francesi hanno dimostrato di saper soffrire e reagire, mostrando quella maturità che in passato spesso era mancata.
La fase a gironi è cominciata nel peggiore dei modi: un solo punto nelle prime quattro gare – tra cui sconfitte contro Arsenal, Atlético Madrid e PSV – ha fatto tremare l'ambiente parigino. Ma quando la qualificazione sembrava compromessa, è arrivata la svolta. Le vittorie nette contro Salisburgo (0-3), Manchester City (4-2) e Stoccarda (1-4) hanno permesso al PSG di agguantare la qualificazione agli ottavi per il rotto della cuffia, a pari punti con diverse squadre ma premiati dalla differenza reti.
Nel primo turno a eliminazione diretta, i parigini hanno travolto il Brest con un impressionante 10-0 complessivo tra andata e ritorno. Ma è contro il Liverpool che il PSG ha davvero cambiato passo. Dopo la sconfitta per 1-0 ad Anfield, fu Ousmane Dembélé a trascinare la squadra ai supplementari, poi ai rigori. A quel punto, è salito in cattedra Gianluigi Donnarumma, che con due parate ha regalato il passaggio ai quarti, mentre Désiré Doué ha segnato il rigore decisivo.
Nei quarti, il PSG ha affrontato l'Aston Villa di Unai Emery. Il 3-1 dell’andata sembrava rassicurante, ma il ritorno a Birmingham è stato tesissimo, con i Villains vicinissimi a completare la rimonta. Alla fine, il PSG ha passato il turno con un totale di 5-4. In semifinale, la sfida con l'Arsenal ha confermato il cinismo ritrovato della squadra: vittoria per 1-0 all'andata con gol di Dembélé, e successo per 2-1 al ritorno firmato Fabián Ruiz e Hakimi, che hanno neutralizzato la rete di Bukayo Saka.
Ora, con il sogno della prima Champions League della sua storia a un passo, il PSG arriva alla finale consapevole delle proprie fragilità, ma anche della forza mentale costruita partita dopo partita. Monaco può essere la destinazione finale di un lungo percorso di crescita.