Sembrava dovesse avere un ruolo di secondo piano, ci ci aspettava un inserimento graduale. E invece Alessandro Bastoni nel suo primo anno all'Inter si è già guadagnato lo status di titolare.
Il classe 1999 è stata una delle più grandi sorprese, ammesso che tale possa essere definito: da diversi anni è considerato uno dei migliori talenti italiani. E ha le idee chiare per il futuro, come ammesso alla 'Gazzetta dello Sport'.
"Tra 10 anni mi vedo all’Inter, con qualche trofeo in bacheca. E magari capitano".
Quella fiducia che ora lo contraddistiingue è arivata dopo un inizio difficile, fatto soprattutto di paure. Spazzate via anche grazie ad Antonio Conte.
"Temevo di non essere all’altezza. Conte mi chiamò prima di arrivare in ritiro. Mi tenne al telefono 15 minuti, mi disse 'di cosa ti preoccupi? Se sei all’Inter c’è un motivo. Sei qui perché ti ho voluto io'. Ero spaventato, avevo paura del grande salto. Poi ho capito che non importava il cognome. E che i compagni erano tutti come me, con le mie stesse forze e le mie stesse debolezze"
Poi l'esordio, contro la Sampdoria, la prima partita da titolare in nerazzurro: la prima di 17 presenze stagionali.
"In settimana avevo avuto qualche sensazione... Conte non mi disse nulla, è la sua forza. Mi trattò come uno che giocava nell’Inter da 15 anni".
Per lui l'Inter ha sborsato 31 milioni di euro, una cifra importante che può essere ampiamente ripagata. Bastoni ha anche raccontato come ha scoperto dell'interesse nerazzurro, mostrando la sua sicurezza.
"Il mio procuratore, Tinti, mi convoca all’autogrill a Parma. Scendo, inizia a parlare, mi fa 'ti vuole l’Int...'. Non l’ho fatto neanche finire, 'sì sì, andiamo'. Dei 31 milioni ho saputo dopo".