"Ho pianto quando ho detto addio alla Juve"

Dopo il trasferimento alla Fiorentina, Nicolò Fagioli ha ritrovato il sorriso e la continuità che gli mancavano alla Juventus. In un'intervista a 'Il Corriere dello Sport', il centrocampista ha ripercorso gli ultimi mesi della sua vita.
"Mi sono riappropriato della mia vita… Alla Juve sono stato undici anni e quando a fine dicembre ho deciso di andarmene mi sono sentito più leggero. Ma nel momento dell'addio ho pianto. Una bella botta. Quel giorno ho capito che si chiudeva una lunga fase della mia vita, lasciavo posti, compagni, abitudini. È stato traumatico. La Fiorentina mi ha accolto con affetto e la novità ha prevalso sul resto", ha confessato il classe 2001.
Sul motivo della sua partenza, Fagioli ha spiegato: "Alla Juve devi vincere sempre, non puoi sbagliare. Se sbagli, vai fuori. E se sei giovane, diventi il primo cambio senza che nessuno dica niente. Solo Allegri mi ha dato continuità. Dopo le partite contro Genoa e Lipsia, Motta non mi ha più considerato. A Firenze ho ritrovato il piacere di giocare".
L'ex bianconero ha parlato della difficoltà nel sentirsi escluso: "Quando sai che l'allenatore non ti vede, perdi fiducia. Ti prepari peggio, gli allenamenti pesano di più e non rendi al meglio. Se entri per pochi minuti e ti dicono che devi fare di più, dentro scatta qualcosa di negativo".
Infine, il centrocampista ha assicurato di non sentire la fatica dei tanti impegni: "A vent'anni è impossibile essere stanchi, forse a trenta. Certo, i giocatori esperti sanno dosare le energie. Se giochi in una grande squadra, sai fin dall'inizio che avrai tanti impegni".