Quella del Marocco è una storia colma di insuccessi, dove talvolta un raggio di sole è riuscito a penetrare per fare un po' di luce in un passato annebbiato dalle tempeste di sabbia del Sahara.
I nordafricani non hanno una bacheca trofei particolarmente ricca, ma con il sudore della fronte sono riusciti ad ottenere qualche piccolo successo, nel corso degli ultimi cinquant'anni.
La prima soddisfazione è arrivata nel lontano 1986. In quel fatidico appuntamento, prima che Maradona potesse sollevare la coppa all'Estadio Azteca, anche i "Leoni dell'Atlante" siglarono un primato.
In Messico, il Marocco divenne ufficialmente la prima nazionale del continente africano a raggiungere la fase ad eliminazione diretta di una competizione intercontinentale, dando vita ad una pietra miliare.
In quell'occasione, gli arabi tornarono a casa a testa alta dopo la sconfitta con la Germania Ovest, che si impose per 0-1 solo all'87' grazie al gol di una leggenda del calcio: Lothar Herbert Matthäus.
Seppelliti dalle dune
I marocchini ci provarono di nuovo a USA '94 e in Francia nel '98, ma non poterono ripetersi. In entrambi i casi, la loro partecipazione tramontò dopo le prime tre partite della fase a gironi.
Le disfatte furono traumatiche e da quel momento i "Leoni" scomparvero dalla scena internazionale fino alla gara che si è svolta in Russia nel 2018, in cui ancora una volta non sono riusciti a raggiungere gli ottavi.
Finalmente, dopo tanta sofferenza e due decadi passate all'ombra delle altre nazionali, i nordafricani sono rinati nella 22ª edizione della Coppa del mondo, dove hanno scritto un'altra pagina della loro storia.
Il Girone F li ha visti pareggiare per 0-0 nel debutto con la Croazia e trionfare in grande con il 2-0 nella sfida con i giganti del Belgio. Al terzo appuntamento qatariota, hanno messo la ciliegina sulla torta.
La rinascita, come rose del deserto
Sin dal primo minuto del match con il Canada, già aritmeticamente eliminato dalla competizione, la formzione di Walid Regragui ha dominato il prato verde, mandando un messaggio forte e chiaro.
Già al 4º minuto, l'eccessiva ingenuità degli americani ha permesso a Ziyech di aprire le marcature. L'attaccante ha ricevuto la palla dal portiere avversario, che intanto aveva lasciato la propria area.
Approfittando della porta scoperta, la perla del Chelsea ha piazzato un tiro dai venticinque metri, riuscendo a insaccare la sfera senza troppe difficoltà. Ottima la sua prestazione dell'ultimo periodo.
Poco prima che scoccasse il 25', En Nesyri si è occupato del raddoppio. Agganciando d'esperienza un lancio lungo proveniente dalle retrovie, il centravanti si è involato in corsa verso il rettangolo di Borjan, bruciando due difensori avversari.
Una volta dentro la base dei "Canucks", il 25enne ha sparato un siluro sensazionale che ha superato l'estremo difensore nella parte bassa dello specchio sul lato destro. Gran gol firmato dal "sivigliano".
Successivamente, con i tre punti quasi nel sacco, una sbavatura ha messo in pericolo il punteggio finale, quando Aguerd ha deviato la traiettoria di un pallone velenoso ingannando Bono, che è rimasto immobile di fronte all'autogol del suo compagno.
Molto più sofferta la seconda metà dell'incontro, in cui il Canada ha più volte rischiato di trovare il gol del pareggio, ma senza successo. Gli arabi non si sono fatti intimorire ed hanno chiuso i 90 minuti così come li avevano aperti.
Con il cuore traboccante di entusiasmo, i tifosi possono sventolare la bandiera rossa con la stella verde al centro, mentre i "Leoni dell'Atlante" conquistano ciò che è stato "haram" - proibito - negli ultimi 36 anni: il raggiungimento degli ottavi di finale.
December 1, 2022