Calafiori e l'aneddoto sui 'gunners': "Arteta mi ha inviato delle foto della mia famiglia..."

Riccardo Calafiori ha condiviso il suo percorso in un'intervista con 'Undici' e 'Cronache di Spogliatoio', parlando del suo anno a Bologna, della chiamata in Nazionale e del trasferimento all'Arsenal.
"Sicuramente non è stato facile. Ma è partito tutto da me. L'ho vissuta come una sfida personale, era quello che volevo dimostrare a me e a tutti: poter stare ad ogni livello", ha spiegato il difensore della Nazionale Azzurra.
La vera svolta è arrivata quando ha deciso di chiedere aiuto: "Mi sono fatto aiutare. Da inizio anno fino a dicembre/gennaio stavo facendo molto bene, non avevo sbagliato ancora nessuna partita. Poi il clic è arrivato dopo una brutta partita a Cagliari, quando abbiamo perso 2-1: per colpa mia prendemmo il primo gol e poi feci addirittura un autogol. Da lì ho deciso che dovevo parlare con qualcuno e lavorarci. Insieme al mental coach abbiamo messo degli obiettivi".
Calafiori ha raccontato un episodio significativo con Mikel Arteta: "Mi ha impressionato fin da subito di lui quanto ci tenesse a me, a conoscermi. Un giorno al telefono mi ha mandato delle foto della mia famiglia e mi ha chiesto di dire cosa significasse per me ogni membro della famiglia. Non mi era mai capitato nulla del genere prima, non dico che mi ha convinto solo con questo, ma sicuramente ha rappresentato un momento importante".
Infine, il difensore ha parlato delle differenze tra la Serie A e la Premier League: "È completamente diverso rispetto alla Serie A. Nelle partite di Premier le squadre vanno tutte allo stesso modo, a duemila di intensità, è come se giocassero in una bolla. È proprio un discorso di mentalità, di modo di giocare, non esiste controllare la partita, esiste solo fare un gol più dell'altro".