Correva il 25 novembre 2020. Il covid imperversava ancora in tutto il mondo e la crisi sanitaria internazionale sembrava destinata a non finire mai, ma un'altra notizia rubò le prime pagine dei giornali di quel giorno.
Diego Armando Maradona è morto. Maradona, morto. "Come può un "Dio" morire?", si sono chiesti in molti, ricordando che Maradona è stato molto più di un abile calciatore.
L'aspetto che non viene colto da coloro che continuano a alimentare il confronto tra Messi, Pelé, Platini, Ronaldo e Maradona, è il valore extra-sportivo di quest'ultimo.
Diego non solo ha dominato il mondo del calcio in ogni sua forma, dando spettacolo negli angoli più remoti del pianeta, ma ha anche rappresentanto un catalizzatore di affermazione sociale per diverse realtà.
I suoi successi professionali non hanno lo stesso peso di quelli personali o delle battaglie che lo hanno portato ad essere uno dei personaggi più controversi del secolo scorso.
Diego Armando Maradona era tutto e anche di più. Calciatore straordinario, "barrilete cósmico", ribelle, donnaiolo, eroe, drogato. "Mi piace essere Diego, Pelusa, Maradona, figlio di pu*****, ignorante; mi piace essere come sono", amava dire lui.
Impossibile provare a descrivere le imprese compiute, impossibile tentare di capire tutto della sua complessa e enigmatica personalità, causa di gioia e dolore di milioni di persone.
"El Pide de Oro" - soprannome che si era giustamente guadagnato - è stato una sorta di anti-eroe dei due mondi; una figura che attraverso il pallone ha cambiato la storia degli argentini nel 1986 e quella dei napoletani tra il 1984 e il 1991.
Al Mondiale disputato in Messico nel 1986, realizzando i due gol che saranno rispettivamente ricordati come "La Mano de Dios" e il "Gol del secolo", Diego restituì al suo Paese le anime dei caduti nella guerra delle Malvinas.
Nel celeberrimo rettangolo verde dell'Estadio Azteca, dove Pelé strappo una coppa del Mondo agli italiani nel '70, Maradona ha metaforicamente riscritto la storia, stendendo una bandiera albiceleste sulle bare dei giovani soldati che hanno perso la vita per difendere un territorio che, ancora oggi, pur essendo in Sud America, è riconosciuto come "Isole Falkland", un nome inglese.
Il coraggio che Diego ha dimostrato sfidando la corona del Regno Unito e rifiutando alcune delle più grandi autorità mondiali gli ha permesso di essere rivestito da un'aura mitica, come se quello "scugnizzo" argentino fosse l'incarnazione di un moderno Spartaco.
Malgrado la sua immensa popolarità, la sua potenza mediatica, il suo talento fuori da ogni logica, dopo una tappa di rilievo come il Barcellona, Maradona scelse di trasferirsi al Napoli.
Sarà nel capoluogo campano che la sua figura si completerà definitivamente, dando vita alla poliedrica chimera politco-sportiva che ha caratterizzato tutta la sua discutibile vita.
Nei vicoli di una città che stava attraversando uno dei momenti più bui della propria storia, un argentino di Villa Fiorito ha fatto della miseria una virtù, riaccedendo le speranze delle persone e portando il popolo partenopeo sul tetto d'Italia e dell'Europa.
Napoli era, in quegli anni, abbandonata da ogni rappresentanza istituzionale. La Nuova Camorra Organizzata sovrastava abitanti e luoghi con la sua avvilente ombra e anche Diego, checché se ne dica, fu una delle vittime di questo fenomeno. Ma lui non si tirò mai indietro, non prima di aver restituito, con le sue magie, una dignità alla città.
Nonostante l'eccessiva idolatria e l'opprimente affetto dei napoletani, Diego non lasciò il Golfo fino a quando non ebbe ripulito il nome di Napoli attraverso lo sport. Il primo scudetto della storia azzurra fu più di un trofeo, fu come una battaglia per riprendersi le Malvinas, ma in quel caso servì a riprendersi il Sud Italia.
I successi in Serie A, la scalata in Coppa UEFA fino alla finale con lo Stoccarda, il conflitto senza esclusione di colpi con la FIFA, sono tutti momenti che hanno permesso a Diego di far echeggiare la propria voce nell'universo, per sempre.
Diego Armando Maradona è stato un personaggio controverso e si potrebbero aprire accesi dibattiti sul suo conto, ma se il suo volto ricopre ancora oggi le mura di un'infinità di città del mondo, un motivo ci sarà.