Serviva un’impresa all’Atalanta per prolungare il suo cammino in Champions League e l’impresa, storica, è arrivata mercoledì sera a Kharkiv dove il rotondo 3-0 rifilato allo Shakhtar è valso un secondo posto nel Gruppo C che, dopo le tre sconfitte patite consecutivamente nelle gare d’andata, fino a poche settimane fa sembrava mera utopia.
Antonio Percassi ha deciso di non seguire la sua squadra in Ucraina e, in un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, ha spiegato cosa l’ha spinto a restare in Italia.
“Avevo deciso di essere dove potevo stare da solo, a casa. Ho preferito così: me la volevo godere di più, volevo potermi disperare o piangere per la felicità. E ho pianto, da solo: neanche la mia compagna, ogni tanto poteva entrare solo mio figlio Michael, che ha quasi sette anni. Esultava anche lui, quando mi sentiva urlare ad ogni gol”.
L’Atalanta, in pochi mesi, non solo è riuscita a qualificarsi per la massima competizione continentale, ma è anche riuscita a tenersela stretta. Percassi non sa dire quale delle due imprese sia stata più grande.
“A maggio avevamo fatto un pezzo della nostra storia e ci siamo detti: ora andiamo all’università, a imparare. Dopo le prime partite: ci davano già per esclusi, si parlava di mancanza d’esperienza, emozione da debutto, ma poi nelle altre tre abbiamo giocato un gran calcio e scritto un capitolo che ci ha dato anche un risalto mediatico incredibile. Ma tutto ciò è stato figlio dell’impresa di maggio: come si fa a scegliere fra una madre e suo figlio?”.
Dopo le prime tre partite, il cammino europeo dell’Atalanta sembrava segnato.
“Onestamente, io dopo le prime tre partite mi ero detto: ora che abbiamo imparato, che abbiamo capito cos’è la Champions League, dobbiamo fare almeno bella figura. Non si sono accontentati della bella figura: tre grandi partite, e con la terza siamo andati a prenderci la laurea”.
Buffon, parlando dell’Atalanta, ha detto che gli orobici rappresentano un esempio che emoziona.
“E’ stato Buffon a emozionare me. Ha centrato perfettamente il nostro spirito: programmazione, investimenti sui giovani. Seguiamo un percorso fondato su questo nostro modello: sta funzionando e abbiamo l’orgoglio di provare a migliorarlo”.
L’Atalanta è riuscita nelle sua impresa nonostante l’assenza del suo bomber Zapata. Percassi ha spiegato quando l’attaccante colombiano farà il suo rientro.
“Quando starà bene. Non abbiamo fretta, non gliene facciamo: mi informo ogni giorno, è in via di guarigione, sta migliorando. Dobbiamo avere pazienza, puntiamo a riaverlo all’inizio di gennaio: una volta che non sentirà più dolore, Gasperini e i preparatori lo rimetteranno in condizioni ottimali. Per essere, come a inizio stagione, un giocatore determinante. Come Ilicic: in Ucraina mancava anche lui, questo dice tutto sul tipo di partita che hanno fatto gli altri e su quanto anche tutti gli altri siano diventati importanti”.