Tare, così come Simone Inzaghi, al termine dello scorso campionato è stato accostato ad altri club, lo stesso dirigente della società capitolina, in un’intervista al Corriere dello Sport, ha però spiegato perché alla fine nessuno dei due ha lasciato Roma.
“Stiamo cercando di portare la società dove merita di stare. Quando vado all’estero mi accorgo che la Lazio è ancora un nome importante. Prima di andare via da qui ci penserò sempre molto bene, so di aver creato qualcosa di bello. Insieme a tutti”.
All’interno del contratto di Simone Inzaghi è stato inserito anche un bonus Scudetto.
“Non ce l’ha solo lui, ce l’hanno anche i giocatori. Lo stiamo inserendo in tutti i contratti. Non per utopia, per obiettivo. Il Leicester è stato un esempio per tutti. Sa come si dice? Dove c’è un desiderio, c’è una strada”.
Tare, nei mesi scorsi, è stato contattato dal Milan, ma ha scelto di giurare fedeltà alla Lazio.
“Zvone lo conoscevo. E’ stato un mio idolo, lui sa il motivo. Paolo lo conoscevo da giocatore e ho avuto modo di conoscerlo meglio. E’ una persona esemplare. Ho toccato con mano l’atto d’amore che hanno compiuto. Anche la mia è stata una scelta d’more. Ho capito che andare via dalla Lazio sarebbe stata una cosa sbagliata. Ho deciso con il cuore, non per soldi”.
Tra le grandi intuizioni di Tare c’è Milinkovic-Savic, un campione che, nonostante le tante voci, oggi è ancora un perno della Lazio e presto potrebbe rinnovare.
“Milinkovic ha un contratto importante, verrà allungato di un anno, con gli equilibri giusti. Non devono essere stravolti, sono piccole cose che fanno la differenza”.