A poche ore dal derby e con l'eliminazione dall'Europa League sul groppone, l'Inter continua a vivere una situazione surreale che si protrae dallo scorso 13 febbraio, giorno della defenestrazione di Mauro Icardi e del passaggio della fascia da capitano sul braccio di Samir Handanovic.
Da quel momento nulla è stato più lo stesso: tante voci sul reale motivo di tale declassamento ma nessuna spiegazione fondata. A più di un mese di distanza, "Repubblica" ha raccolto la testimonianza di una fonte interna alla società nerazzurra che ha parlato di "balcanizzazione" del club, diviso in più schieramenti.
"Un processo ormai in stato avanzato e irreversibile. Lo spogliatoio è diviso in tre bande: italiani, sudamericani e slavi. I rapporti di Mauro sono buoni con tutti ad eccezione di Perisic, Brozovic e Handanovic. Lo stesso non si può dire di Spalletti".
Parole da cui emerge l'evidenza di un rapporto ai minimi termini tra l'attaccante argentino ed il tecnico di Certaldo, con tanto di episodio raccontato nei minimi dettagli.
"Icardi era infastidito dai toni che stava usando Spalletti nel criticare i compagni e gli chiese di moderarli. Anche perché venivamo da una vittoria e non c'era motivo di essere così isterici. La reazione fu violentissima".
Ma torniamo all'inizio e alla decisione dell'Inter di privare Icardi della fascia. Che può avere origine con l'intenzione estiva di cederlo: con la Juventus si tentò di imbastire una trattativa (scambio con Higuain più soldi) non gradita allo stesso "Maurito", poco propenso a sposare la causa degli acerrimi rivali.
Situazione aggravata da Perisic e dalla sua volontà di essere ceduto a gennaio, quando avrebbe dato un ultimatum al club: "O me o Icardi". Poco prima della clamorosa scelta che avrebbe indotto Icardi a chiedere spiegazioni all'Inter, sentendosi dire che a richiedere tutto ciò sarebbe stato Spalletti.
L'allenatore si sarebbe giustificato spostando a sua volta il mirino sulla squadra, pronta a smentire.
"Non glielo ha chiesto nessuno di noi".
Ma quindi chi ha voluto la perdita della fascia per Icardi? Ad oggi non ci è dato a sapere. Certa è invece l'ammirazione interista per Paulo Dybala, oggetto del desiderio di Piero Ausilio: fosse per lui, lo scambio rappresenterebbe la soluzione ideale per il risolvimento del problema.
Lo storico dirigente nerazzurro non sarebbe felicissimo della propria posizione, depotenziata dall'arrivo di Giuseppe Marotta nel ruolo di amministratore delegato per l'area sport. Si sentirebbe minacciato e starebbe addirittura già cercando un'altra sistemazione.
L'ingresso di Marotta in società avrebbe sconvolto i piani di alcuni singoli, attenti a seguire "una propria agenda non necessariamente coincidente con gli interessi della società".
Con il quarto posto in pericolo e senza altri obiettivi, l'Inter si trova ad affrontare la parte clou della stagione in piena emergenza: il rendimento delle prossime settimane deciderà le sorti di alcuni protagonisti e quelle della squadra, il cui futuro è inevitabilmente legato al ritorno in Champions League. Che appare una sorta di chimera alla luce di queste dichiarazioni.