L'infortunio subito contro l'Atalanta in Coppa Italia aveva fatto preoccupare i tifosi della Juventus ma Giorgio Chiellini sarà regolarmente al centro della difesa nell'andata degli ottavi di Champions League contro l'Atletico Madrid.
Il difensore bianconero, in una lunga intervista concessa a 'Marca', ammette che la Juventus punta alla vittoria della coppa ma non vuole sentire parlare di ossessione.
"Un’ossessione no. Un obiettivo sì, ma con serenità. Sappiamo di non essere l’unica squadra. Ce ne sono altre 5-6 che la possono vincere. Pensare di essere favoriti sarebbe presuntuoso da parte nostra. Vogliamo giocare al Wanda Metropolitano il 20 febbraio e il primo giugno”.
Chiellini però sa bene come eliminare l'Atletico Madrid sarà tutt'altro che facile.
"Il sorteggio non è stato facile, ci è toccata una squadra molto simile a noi in quanto a valori, ideali e caratteristiche. La Juventus è un gruppo, una famiglia, una squadra unita che persegue il trionfo. Ora vogliamo vincere la Champions".
Il difensore spiega cosa è stato l'arrivo di Cristiano Ronaldo per la Juventus.
"E' stato importante perché ha coperto il buco lasciato da Buffon a livello di personalità, come esempio da seguire nella panchina. Solo un pazzo poteva avere dubbi sul fatto che avrebbe segnato e fornito assist. Grazie a Cristiano stiamo andando oltre i nostri limiti. Non pensavo fosse una possibilità, perché non pensavo che un club come il Real Madrid facesse partire un giocatore che fa la differenza e che dimostra ogni partita di essere il migliore del mondo".
Chiellini invece non pensa tra i migliori difensori del mondo e fa altri due nomi.
"L’Atletico ne ha uno come Godin. Quando non c’è lui, cambia completamente. Sergio Ramos è il migliore difensore del mondo. Penso che con Ramos in campo l'anno scorso non ci saremmo trovati avanti 3-0 al Bernabeu':
Infine Chiellini esclude un futuro da allenatore per stare più vicino alla famiglia mentre potrebbe restare nel calcio come dirigente.
"La vita dell’allenatore è molto dura, molto più difficile di quella del calciatore. Ho giocato, viaggiato, trascurato la famiglia per anni. Immagina di doverlo fare pensando a 30 persone senza pensare a te stesso. Un allenatore può cambiare squadra ogni anno. Non c’è stabilità, devo avere una vocazione che ti spinge a farlo. Quando andrò in pensione mi prenderò un anno di relax”.