E alla fine, il VAR sbarcò anche in Champions League. Ad Amsterdam, per la precisione, dove l' Ajax si è visto annullare dalla tecnologia il goal del teorico vantaggio contro il Real Madrid. Con il consueto corollario di polemiche, così noto all'interno dei nostri confini.
L'azione: de Ligt colpisce di testa da azione di calcio d'angolo, Courtois compie una discreta papera lasciandosi sfuggire il pallone e, sulla ribattuta, Tagliafico lo batte sempre di testa. 1-0 e festa per l'Ajax, meritatamente in vantaggio.
1-0? E invece no, perché anche in Champions League, come in Serie A, non si può mai essere sicuri di nulla prima del controllo dei replay. E infatti, ecco entrare in scena il VAR, introdotto anche in Europa a partire dagli ottavi di finale: l'arbitro Skomina annulla su segnalazione degli arbitri appostati al video, che notano un fuorigioco di Tadic sul colpo di testa di Tagliafico.
Si tratta di un offside passivo: l'ex mancino del Southampton non interviene nell'azione toccando il pallone, ma la sua presenza davanti a Courtois ostacola il portiere belga, impedendogli di posizionarsi nel migliore dei modi sul colpo di testa vincente di Tagliafico.
A nulla valgono le proteste dei giocatori dell'Ajax, evidentemente non abituati a interventi esterni: Skomina è inflessibile e il risultato rimane fermo sullo 0-0. Merito, o colpa, dell'intervento del VAR. Il primo nella storia della Champions League.