Roma-Sampdoria doveva essere, ed è stata, la partita di Patrick Schick. Già, quel ragazzone cieco passato da Genova alla capitale per l’importante cifra di 42 milioni di euro e che sembra aver perso il fiuto per il gol nei 500,8 chilometri del tragitto.
Gli Schick visti nelle due stagioni ‘italiane’ sono due giocatori radicalmente diversi. Sicuro, in costante crescita il primo, ammirato a Genova, incerto, per posizione in campo e ruolo nello spogliatoio il secondo, passato di scena lo scorso anno all’Olimpico.
Nella stagione d’esordio nella Serie A, Schick si è fatto apprezzare come killer d’area di rigore, soprattutto da subentrato. Il suo rendimento da 11 goal in campionato nel 2016/17, a poco più di 20 anni, lo hanno esposto agli interessi di diversi club, in Italia ma non solo. Merito della gestione di Giampaolo, che lo ha plasmato come 12esimo uomo, implacabile a partita in corso.
Con il suo passaggio nella capitale, sono aumentate le responsabilità del nativo di Praga. In primis per l’investimento – con un prestito oneroso di 8 milioni e riscatto fissato a 34 – importante. In secondo luogo per le alte aspettative che tutti si erano fatti su di lui. Insomma, dopo aver sorpreso, Patrick avrebbe dovuto confermarsi. E così non è stato.
Complice il dilemma della sua posizione in campo, Schick è stata tra le noti dolenti della sinfonia suonata nella scorsa stagione dalla Roma di Di Francesco, arrivata fino alle semifinali di Champions League. In 26 presenze nel 2017/18, il cieco ha segnato solamente 3 reti. In generale, era dal 28 aprile scorso – 4-1 in casa contro il Chievo – che non trovava la via della rete.
Un digiuno lunghissimo, a cui ha messo fine proprio oggi, sempre (guarda caso) in un 4-1 interno della sua Roma. Ed è significativo come lo abbia fatto contro la squadra e l’allenatore che tanto lo hanno valorizzato, facendogli sprofondare in una crisi di risultati. Lo Schick sembra essere implacabile, e consapevole dei suoi mezzi fisici e tecnici, come confermano le sue parole nel postgara.
“Sono felice di aver segnato e di aver aiutato la squadra. Non sono ancora nella condizione migliore, devo ancora mettere minuti nelle gambe. Sono contento della vittoria. Il goal mi è mancato molto, sono veramente contento di averlo trovato. Credo che sbloccandomi adesso posso ritrovare la mia qualità”. Bentornato Patrick. “Era ora” diranno dalle parti dell’Olimpico.