Contro il Genoa, la Juventus ha avuto bisogno di un rigore di Cristiano Ronaldo nel recupero per strappare la vittoria e riprendersi la testa della classifica, dopo il botta e risposta tra Bonucci e Kouamé del primo tempo. La squadra di Maurizio Sarri ha risentito dell’assenza di Miralem Pjanic, cervello e direttore in campo.
Il bosniaco non era in campo per infortunio e ha seguito i suoi compagni dalla tribuna. Non ha invece seguito le polemiche post-partita per il rigore assegnato a CR7. Come spiegato a ‘Tuttosport’ infatti il centrocampista ex Roma non vuole sentire recriminazioni o alibi.
"Quella di incolpare qualcuno è la strada più facile. Poi capita che gli arbitri sbaglino, come sbagliamo noi. Oggi però il Var aiuta molto gli arbitri e anche la gente: in teoria dovrebbe eliminare le polemiche, ma io ormai non le ascolto neanche più. Alla fine le squadre forti vincono senza cercare alibi. Poi gli errori capitano a tutti, a favore o a sfavore".
Meglio pensare al campo e al duello tra Juventus e Inter, le quali già dalla prima giornata si sono promesse battaglia a distanza e stanno lottando per il primo posto, ora in mano ai bianconeri dopo la vittoria di San Siro. Anche se Pjanic vuole pensare solo alla classifica della sua squadra.
"E’ bello, perché ti fa stare concentrato e non rilassarti. Ma non ci importa più di tanto di loro, noi dobbiamo fare la nostra strada. Se poi restiamo a questa distanza ce la giocheremo qua, senza paura. Abbiamo dimostrato che questa squadra è fatta per vincere e che vogliamo tenere lo scudetto qua".
Non solo campionato però: la Juventus pensa anche alla Champions League. Il bosniaco ha ribadito che la squadra è pronta per giocarsela con tutte le avversarie.
"Sento la squadra pronta, abbiamo giocatori forti, non abbiamo paura. Dobbiamo arrivare a febbraio-marzo con tutta la rosa a disposizione, senza infortunati, e ce la giochiamo con tutti senza problemi, ci credo fortemente. La squadra è fatta per essere tra le migliori".
Merito anche della mentalità portata da Maurizio Sarri, che nonostante le difficoltà in alcune uscite sta trasmettendo i suoi principi di gioco alla squadra.
"Ci divertiamo tanto, perché abbiamo spesso la palla e siamo spesso nella metà campo avversaria, facendo correre gli altri: è più piacevole che correre dietro a loro. Quello che mi piace nella sua visione è il gioco a uno-due tocchi, il far correre la palla più di noi, perché la palla viaggia sempre più veloce. A me piace giocare così, con meno tocchi possibile".