Krzysztof Piatek è l'uomo del momento in casa Milan : il polacco è il nuovo centravanti di Gattuso dopo l'addio di Gonzalo Higuain, approdato al Chelsea dove ritrova Maurizio Sarri che lo ha già allenato ai tempi del Napoli.
Ignazio Abate è invece un fedelissimo tra i rossoneri: in pianta stabile in prima squadra dal 2009 (prima una breve esperienza nella stagione 2003/2004), si è rivelato utile nell'ultimo periodo in seguito ai tanti infortuni che hanno colpito la rosa.
Ai microfoni di DAZN, il terzino classe 1986 ha voluto accogliere Piatek con parole importanti di benvenuto.
"È un talento che è partito forte, lo accogliamo a braccia aperte in un gruppo sano, capirà cosa significa indossare questa maglia, che è pesante ma bellissima, solo chi l’ha indossata puo’ capire le emozioni che ti dà. Arriva in una famiglia ".
Per un giocatore che arriva, un altro che se ne va: Higuain non è riuscito a lasciare la sua impronta sul campo.
"Non so cosa non ha funzionato col Pipita, io posso parlare solo bene di lui perché nel gruppo si era integrato bene e si stava allenando al massimo. Poi nella vita si fanno delle scelte, a volte non c’è alchimia. Tutte le storie d’amore quando finiscono, c’è sempre qualcosa che non va. Lui ha fatto una scelta e va rispettata ".
Paquetá è arrivato da poco ma ha già dimostrato di poter fare il titolare nel centrocampo del Milan.
"Mi ha impressionato per la tranquillità e la personalità con cui gioca. A livello fisico sta dimostrando che può fare la mezzala, un ruolo molto dispendioso. A livello tecnico è un giocatore molto forte. Credevo avesse bisogno di due o tre mesi di ambientamento, invece sembra che sia con noi da due o tre anni. I meriti sono soprattutto suoi, perché se non hai capacità tecniche e morali non riesci ad avere un impatto del genere. Mi auguro che migliori sempre di più e ci aiuti a raggiungere l’obiettivo".
In un match col Sassuolo, Abate si fece male ad un occhio: rischiando addirittura di dover lasciare il calcio.
"Non mi piace parlare di quell’infortunio, ma fa parte del mio percorso di crescita. Sono andato veramente vicino a smettere di giocare. All’inizio la situazione non era chiara, mi dissero che non ci sarebbe stato niente da fare perché l’occhio non si poteva operare. Col tempo ho provato a scendere in campo, all’inizio mi sono presentato con degli occhialoni nella prima amichevole, col sole e le lenti gialle. Non si vedeva niente (ride ndr). Piano piano con la forza di volontà e l’aiuto di Dio sono riuscito a tornare in campo".
Gennaro Gattuso promosso a pieni voti, i risultati gli stanno dando ragione.
"Sta diventando più equilibrato, non reagisce più di pancia. Sul campo ha già dimostrato che è un grande allenatore. È migliorato nella gestione, è bravo a creare gruppo. Non cerca alibi quando siamo in emergenza, e questa credo che sia la mentalità dei vincenti".