Le premesse erano positive, non i risultati che non gli stanno dando ragione: Gonzalo Higuain non è ancora riuscito a lasciare il segno come sa al Chelsea, dove è approdato a gennaio dal Milan che lo ha lasciato andare per puntare su Krzysztof Piatek.
Il ritorno al lavoro con il mentore Sarri non ha prodotto gli effetti sperati: 3 goal in 10 presenze di Premier League e più di una prova deludente, denotando una condizione fisica approssimativa e lontana da quella dei tempi d'oro in cui entusiasmava le folle.
'El Pipita' si è raccontato nel corso della trasmissione 'Let's Talk Football' in onda su ESPN, rivelando di aver vissuto un momento difficile per via dei giudizi della gente che lo hanno condizionato psicologicamente.
"Mi pento di essermi nascosto e di non essere uscito fuori per strada per paura di quello che la gente avrebbe potuto dirmi: è il rimpianto più grande della mia vita. C'è gente che, senza vergogna, fa danni e dice cose cattive: noi calciatori non uccidiamo nessuno, facciamo solo uno sport e non possiamo uscire?".
Il denaro non fa la felicità, soprattutto quando la famiglia si trova a migliaia di chilometri di distanza.
"Dicono sempre 'con i soldi che guadagnano'... gli amici però non si comprano. Per 14 anni ho festeggiato compleanni e Natale con persone diverse. Per vedere mia madre, lei deve fare un volo di 15 ore: certo, posso pagare il biglietto ma non posso averla qui con me subito. La gente queste cose non le vede e non le comprende. Vedono solo se fai goal e giudicano se non ne fai. Per fortuna ora sono guarito da questo: all'inizio ho sofferto, sono in una fase della vita in cui nulla mi fa male. Si vive bene lo stesso anche senza social network".
Dalla propria carriera Higuain ha avuto tanto, più di quanto potesse immaginare.
"Quando avevo 5 anni non immaginavo nemmeno il 10% di tutto ciò e invece l'ho ottenuto. Perché dovrei preoccuparmi di quello che dicono gli altri?".
Infine il discorso si sposta su una confidenza fattagli dal connazionale Hernan Crespo.
"Mi disse: 'E' bello tornare in ogni club dove ho giocato ed essere accolto nel migliore dei modi'. Se vinci 2 milioni di trofei e non puoi entrare in nessuna società allora c'è qualcosa che non va. Nel calcio è complicato trovare persone che ti amano per quello che sei veramente".