Da Bill Nicholson a Mauricio Pochettino, da una semifinale di Champions League all’altra dopo un’attesa lunga 57 anni. Il Tottenham per la seconda volta nella sua storia si guadagna un posto tra le prime quattro squadre d’Europa e lo fa in una maniera a suo modo incredibile.
Non solo infatti nei quarti è riuscito a superare il Manchester City dopo un doppio confronto che ha regalato emozioni a non finire, ma l’ha fatto contravvenendo, in qualche modo, a quelli che sono i canoni del calcio moderno.
Gli Spurs infatti arrivano a questo punto della massima competizione europea per club, dopo due sessioni di calciomercato prive di acquisti. Il club londinese, che negli ultimi anni ha dovuto fronteggiare le enormi spese legate alla costruzione del nuovo stadio, sia la scorsa estate, che più recentemente in inverno, non ha rafforzato la sua squadra con nuovi innesti ed anzi ha pensato soprattutto a far cassa vendendo, tra l’altro, a gennaio per circa 11 milioni di sterline un giocatore che negli ultimi anni si era sempre ritagliato uno spazio più che importante come Moussa Dembele.
Il Tottenham quindi è tra le grandi d’Europa, sebbene non abbia fatto mercato in entrata nell’ultimo anno e mezzo e, per ironia della sorte, raggiunge la semifinale (tra l'altro senza poter contare sul bomber Kane) superando una delle squadre che negli ultimi anni più in assoluto ha speso: il Manchester City.
Il club dei Citizens, considerando solo le ultime due stagioni, si è assicurato elementi come Mahrez, Laporte, Mendy, Walker, Bernardo Silva, Ederson e Danilo, solo per citarne alcuni, tutta gente pagata dai 40 milioni di euro in su.
Per una volta quindi, viene ribaltata la regola del ‘chi più spende, più vince’ e da questo punto di vista, la semifinale che vedrà gli Spurs impegnati contro l’Ajax è emblematica. Anche il club olandese, che comunque nell’ultimo anno ha speso molto rispetto ai suoi standard assicurandosi Tadic (l’acquisto più costoso della storia dei Lancieri) e Blind, è società che tende più a vendere i suoi gioielli piuttosto che acquistarli, per poi formane di nuovi grazie ad un vivaio quasi unico al mondo.