Il calcio ormai è il passato per Pablo Daniel Osvaldo che, intervistato da 'La Gazzetta dello Sport' a margine di un concerto, ricorda però alcuni aneddoti della sua vita da giocatore.
A partire dalla scontro con Mauro Icardi che gli costò la cessione da parte dell'Inter.
"Se non ci fosse stato Guarin a fermarmi probabilmente a Mauro davo un cazzotto in mondovisione. In quel momento ci stava. Poi Mancini fu costretto a chiedere la mia cessione, altrimenti avrebbe perso il controllo del gruppo".
Osvaldo però non ha nessun rimpianto per quello che poteva essere ma non è stato, anzi.
"Questa vita da zingaro mi piace da morire, tra trasferimenti in pulmino e orari un po’ sballati. Non è che perché un calciatore guadagna bene ed è un personaggio pubblico gli puoi dire di tutto. Se mi incontri per strada e mi insulti, io ti meno. Giocare? Non faccio più un cazzo. Gioco di rado con gli amici. In tv guardo ogni tanto solo il Boca".
E dire che Osvaldo in carriera ha indossato anche la maglia della Juventus dove secondo Cassano potrebbero giocare solo i 'soldatini'.
"Io alla Juve sono stato bene, è normale che ti venga richiesto di rispettare certe regole anche per una questione d’immagine del club. Se non lo capisci, il problema sei tu".
Infine Osvaldo fa la classifica dei suoi giocatori e allenatori preferiti confessando un sogno decisamente particolare.
"Vieri è un fenomeno. Totti, Buffon, De Rossi e Messi mi hanno insegnato tanto. Allenatori? Zeman, Pochettino e Conte. Antonio è il più grande. E' uno che ti dice le cose in faccia, ma che sa anche ascoltare. Sarebbe stupendo se diventasse l’allenatore dell’Argentina. Almeno con lui torneremmo a vincere il Mondiale!".