Quella che sta per andare in archivio è stata la stagione della consacrazione per Federico Bernardeschi, diventato titolare quasi inamovibile sia nella Juventus che in Nazionale.
L'ex viola, intervistato in esclusiva da "La Gazzetta dello Sport", ammette di sentirsi profondamente cambiato sia come uomo che come giocatore e ringrazia i bianconeri.
"La Juve ti fa crescere, ma solo se sei bravo a recepire i messaggi che ti manda. Ora sono un uomo e un giocatore completo. Ho fatto quest’anno un salto di qualità di cui sono molto orgoglioso: qua dentro cambi davvero. Sono molto felice perché mi sono completato, anche se ho segnato meno. Un giocatore moderno deve coltivare tutte le sue caratteristiche per diventare migliore".
Un ringraziamento speciale ovviamente va anche ad Allegri che ha sempre creduto fortemente in Bernardeschi tanto da preferirlo spesso a Dybala.
"Lui bacchetta tutti, fa un casino... So che devo far meglio mentalmente e so che lo fa perché mi stima molto e pensa possa dare di più. Mi piace quando mi riprende in allenamento: a volte fa battute in livornese, tra toscani ci capiamo".
Bernardeschi poi racconta come ha vissuto la prima stagione da compagno di Cristiano Ronaldo.
"Ha dato qualcosa in più a chiunque sia entrato in contatto con lui. Preferisco giocare contro di lui in partitella perché insieme è più facile: da avversario, invece, sfidi te stesso. Ronaldo può fare ombra o trasformarsi in stimolo: io ho seguito la seconda via, cercando di afferrare in silenzio tutto ciò che vedevo. Sono contento del bel rapporto che abbiamo".
Bernardeschi quindi torna sull'eliminazione della Juventus dalla Champions League per mano dell'Ajax.
"Una spiegazione c’è ed è la Champions: ogni squadra che arriva tra le prime otto ha il potenziale per vincere. All’Ajax sono abituati a giocare insieme fin dalle giovanili, qualcosa che in Italia manca: da noi ci vuole in generale più coraggio. E l’Ajax ha meritato di andare avanti".
Infine non manca un pensiero alla Nazionale dove con Mancini, secondo Bernardeschi, tutto è cambiato.
"Abbiamo una squadra competitiva e un mister che lavora da Dio: a Coverciano si respira un’altra aria, prima c’erano solo pessimismo e sfiducia. Se adesso vai in azzurro felice e dai tutto per la maglia è già un primo passo".