Fresco del traguardo dei 700 (subito diventati 701) goal in carriera, Cristiano Ronaldo torna nel suo regno: la Champions League. Il numero 7 dovrà guidare la Juventus al successo contro la Lokomotiv Mosca.
Il fuoriclasse portoghese ha parlato in conferenza stampa al fianco di Maurizio Sarri.
"Abbiamo cambiato per migliorare e lo stiamo facendo, siamo contenti di questo. Pallone d'Oro o Champions League? Ogni anno è una sfida non solo per me ma anche per la Juventus, vogliamo sempre vincere tutto. Credo che questo club debba pensare in grande, sappiamo che sarà dura ma tutto è possibile. L'aspetto individuale non conta: se si vincono premi a livello collettivo poi arrivano anche gli altri. Lo scorso anno abbiamo avuto una stagione fantastica, in questo abbiamo iniziato bene. La cosa più importante al momento è la gara di domani, dovremo giocare al meglio delle nostre possibilità".
Il modo di giocare del nuovo tecnico ha la completa approvazione del fuoriclasse portoghese.
"Abbiamo un allenatore diverso, nuovi giocatori e un nuovo sistema. Mi piace il modo in cui la squadra gioca: ad ogni partita abbiamo tante occasioni, ci muoviamo in modo diverso giocando più spinti in avanti. Abbiamo ancora delle cose da migliorare ma siamo orgogliosi di quanto fatto finora".
Un record è stato appena raggiunto, ora spazio per altri importanti traguardi che dovranno aiutare la Juventus nella conquista degli obiettivi prefissati.
"700 goal sono andati, voglio andare oltre aiutando la squadra con le mie prestazioni per vincere trofei. La priorità è poter vincere con la Juventus e la mia nazionale".
La famiglia ha un ruolo decisivo nella vita di Ronaldo: non c'è cosa migliore di ricevere i complimenti dai propri figli al termine della partita.
"Mi ferisce quando la gente non dice la verità, a volte anche la stampa mi rende triste con cose non vere. A parte il calcio ho una vita, una famiglia con una compagna e dei bambini: tutti possono criticare, non è un problema perché fa parte del mio lavoro. Mi rende felice vincere e ricevere i complimenti dei miei figli dopo una partita".
Non è ancora arrivato il momento di parlare di ritiro dal calcio: davanti ci sono ancora degli anni da onorare nel migliore dei modi per migliorare un palmares già straordinario.
"L'età è un numero ma avere 34, 35 o 36 anni non significa per forza essere al termine della carriera . Dybala e Higuain sono giocatori fantastici come Bernardeschi e Cuadrado, il mister sa meglio di tutti ciò che è bene per la squadra e decide lui chi schierare. Non importa chi gioca, siamo un gruppo unito ed è quello che conta di più".
Priorità al collettivo che è il motivo principale dei successi di una squadra secondo Ronaldo: i trofei individuali sono soltanto una logica conseguenza.
"Non è vero che non aiuto la squadra difensivamente, poi è ovvio che se mi chiedeste di giocare come portiere non saprei come farlo. Abbiamo successo solo perché lavoriamo insieme come squadra, questo è il punto cruciale".