L’emergenza Coronavirus sta letteralmente cambiando il volto della stagione calcistica. Nei vari Paesi le Federazioni stanno prendendo quelli che ritengono essere i provvedimenti più giusti e se in Italia tutte le squadre hanno sospeso le attività, nel resto d’Europa c’è ancora chi si allena normalmente.
E’ il caso ad esempio dell’Amiens, club che milita nella Ligue 1 che, pur rispettando i limiti imposti dal governo francese, continua a lavorare sul campo, così come confermato dal suo presidente Bernard Joannin.
“Non c’è panico, ma dobbiamo prendere tutte le misure necessarie per fermare questo inizio di epidemia. Nessuno sa cosa accadrà, quindi lasciamo che siano i medici e gli specialisti a dire qual è l’atteggiamento che dobbiamo tenere. Vedremo con lo staff medico come aumentare il monitoraggio e l’igiene in modo che gli allenamenti si svolgano in condizioni ottimali”.
I giocatori dell’Amiens arrivano al campo di allenamento già cambiati e devono farsi la doccia a casa e lavorano in formazioni separate: “Ci separiamo in due gruppi da dieci e lavoriamo su due campi”.
Nell’Amiens milita anche Arturo Calabresi che, intervistato da Sky, ha fatto il punto della situazione: “Ho comprato di tutto perché voglio evitare di stare fuori. Qui non ci sono ancora restrizioni, ma noi seguiamo le regole dell’Italia, è il momento di essere responsabili. Qui i negozi sono aperti e la gente chiacchiera per strada come se fosse tutto tranquillo. Anche io e Flavia potremmo andare al ristorante, ma se fossimo asintomatici?”.
A differenza dei colleghi che giocano in Italia, Calabresi continua ad allenarsi con la squadra: “All’inizio della prossima settimana torniamo al lavoro. Allenamenti in gruppi, doccia a casa e misurazione della febbre prima dell’allenamento. Per fortuna è stato fermato il campionato, perché era assurdo giocare. Qui la situazione è stata chiaramente sottovalutata. Spiace vedere un certo menefreghismo di fronte ad un qualcosa di devastante”.