Dopo un anno e mezzo nel quale è stato frenato da una serie di infortuni che non gli hanno permesso anche solo di esordire in campionato con la maglia del Milan, Mattia Caldara è riuscito a ritagliarsi un ruolo da protagonista in questa sessione di calciomercato invernale.
Nei giorni scorsi infatti si è concretizzato il suo ritorno all’Atalanta con la forma del prestito per 18 mesi con diritto di riscatto.
Il padre di Mattia Caldara, Stefano, in un’intervista a Tuttosport, ha spiegato cosa non ha funzionato al Milan.
“Si sente bene, come ultimamente al Milan. Con i rossoneri ha giocato tre volte in Primavera ma non ha mai avuto la possibilità di tornare con la prima squadra. Si è sempre allenato bene, perchè non provarlo? Pazienza, ormai è acqua passata”.
La soddisfazione per il ritorno a Bergamo e molto grande.
“E’ qualcosa che abbiamo cercato. Mattia è passato dalla Juve al Milan in pochissimo tempo, dal punto di vista morale non è semplice gestire queste cose. Io da almeno cinque mesi speravo in una soluzione come questa, al Milan nonostante tante promesse non c’è mai stata davvero la possibilità di entrare nelle rotazioni”.
Caldara è pronto a tornarsi a sentire protagonista, ma il timore che potesse non tornare a giocare ad alti livelli c’è stato.
“Sono sincero, ho avuto questo timore. Ma lui è una forza della natura, ha una mentalità che lo porta sempre a dirmi “Papà, non preoccuparti che torno al top e ce la faccio”. Il procuratore Beppe Riso ha fatto un grande lavoro, dopo la gara persa per 5-0 dal Milan a Bergamo in cui Pioli ha fatto scaldare il giovane Gabbia, Mattia ha chiesto al procuratore di accelerare. Nel gruppo del Milan ha tanti amici, con Romagnoli, Conti e Calabria il rapporto è ottimo ma ormai era ora di cambiare”.
Stefano Caldara è convinto che suo figlio Mattia possa tornare nel giro della Nazionale.
“Lui ci crede tantissimo, dai segnali che abbiamo il ct Mancini lo tiene d’occhio e stravede per lui. Sono convinto che se ritrova continuità qui all’Atalanta si possa riaprire molto bene anche quel discorso. Chiaramente anche la Champions League o comunque la vetrina europea ha pesato nella decisione”.