Lionel Messi uguale goal. Un'equazione scontata, perché uno non esiste senza l'altro. Ma esisteva un tempo, strano a dirsi, in cui il rapporto tra il fuoriclasse del Barcellona e la porta non era così idilliaco come lo è da più di 10 anni a questa parte. Ed è lui stesso, in un'intervista a La Liga pubblicata da DAZN, a rivelarlo.
"Non ero un giocatore da molti goal. Nelle giovanili sì, ma soprattutto quando sono arrivato in Prima squadra, i primi anni, facevo fatica a segnare: sbagliavo o ero sfortunato... Ricordo che Eto'o mi disse: il giorno in cui inizierai a fare goal sarà la fine... Perché avevo molte occasioni, ma non riuscivo a segnare. Finché un giorno mi sono sbloccato e la palla ha cominciato a entrare. Da ragazzino ho sempre fatto goal, sia in Argentina sia nelle giovanili del Barcellona. Mi ci è voluto un po’ i primi anni in Prima squadra e poi mi sono sbloccato".
Ora che segnare ha per lui la stessa difficoltà di bere un bicchier d'acqua, però, Messi confessa di non sentirsi obbligato a segnare in ogni partita.
"Sempre di meno. Sto cominciando ad arretrare sempre di più per essere il creatore dell’azione piuttosto che finalizzarla, e penso sempre di meno al goal. Ovviamente mi piace e se ne ho la possibilità, ovviamente la colgo, ma ogni volta che scendo in campo sono meno concentrato sul goal e più sul gioco. Non sono mai stato ossessionato dal goal. Capisco che se ne parlerà quando smetterò di farne tanti, ma fa parte del gioco, del crescere come giocatore e del sapersi adattare ai momenti, ai propri tempi e continuare a crescere e a cercare il meglio per sé e per la squadra".
Quali sono le prodezze che Messi ricorda con più piacere nella propria carriera? Scelta difficile, ma la Pulga ha un metodo per classificarli.
"Ho sempre detto che i goal che mi sono piaciuti di più sono i più importanti, più della bellezza. Quelli in finale di Champions, i due che ho segnato al Manchester United... Quello in semifinale di Champions al Real Madrid è uno che ricordo molto volentieri, sia per il goal in sé sia per quello che ha significato: era una semifinale contro il Real Madrid... Ma, appunto, dovrei prima pensarci e rivederli per poter scegliere".
Nella memoria collettiva rimane però una rete messa a segno in un Barcellona-Getafe 5-2, gara di Copa del Rey del 2007. Un goal alla Maradona, scartando mezza difesa avversaria. Un goal speciale.
"Sì, ovviamente. Anche se quella rete non è stata così importante come il suo, però è stato molto simile per dinamica a quello che ha fatto Maradona, ma è assurdo che l’azione fosse così simile alla sua, anche se i due goal, per importanza del momento e della partita, non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro. Ma la giocata è stata simile".