Un Claudio Marchisio a tutto campo quello che si è raccontato in un'intervista per "La Gazzetta dello Sport". Salutata la Juventus la scorsa estate dopo oltre 20 anni passati a indossare la maglia bianconera, il centrocampista italiano sta vivendo ora una seconda vita calcistica in Russia.
Al suo primo anno allo Zenit San Pietroburgo Marchisio ha già collezionato 15 presenze e 2 goal. Numeri incoraggianti per quella che è la sua prima avventura lontana dall'Italia.
"Mi hanno convinto il progetto e la possibilità di giocare le coppe. Avevo avuto offerte dagli Stati Uniti e dal Giappone. Confesso di aver avuto qualche tentennamento, più che altro per mia moglie e i miei figli, ma ogni cambiamento offre stimoli e opportunità e io voglio trasmettere al club la mia voglia di vincere. Arrivo sempre un’ora e mezza in anticipo, per raggiungere grandi obiettivi ci vogliono grandi sacrifici. Lo Zenit può tornare a vincere il campionato: è strutturato come un top club europeo".
Percorrendo il viale dei ricordi, l'ex bianconero ha poi ripensato al suo addio alla Juventus. Una decisione sofferta ma necessaria per ripartire.
"La Juve è stata più di due terzi della mia vita: ero un bambino, non immaginavo nemmeno che fosse possibile realizzare un sogno così. È stata una splendida avventura. L’avventura era al capolinea, ma il mercato stava chiudendo e pensavo che sarei rimasto. La società ha deciso di rescindere, per me non è stato facile però avevo voglia di cambiare. Con il senno di poi si potrebbe dire: ci sono stati tanti infortuni a centrocampo, magari avrei avuto spazio. Ma sarebbe stato sbagliato rimanere, non avrei retto un altro anno come l’ultimo. Dopo il brutto infortunio al ginocchio del 2016 non ho avuto altri problemi fisici. Speravo in qualche possibilità in più, ma ho sempre messo il gruppo davanti al singolo".
La rescissione del contratto con il club nel quale ha trascorso la quasi totalità della sua vita calcistica è stato un colpo al cuore, con Marchisio che però non ha alcun rimpianto.
"Io ho dato tanto ma anche la Juve mi ha dato tanto. Non ho rimpianti. Nel calcio, come nel lavoro e in amore, ci sono tanti modi per chiudere le storie. Alla fine mi considero fortunato per ciò che ho avuto. Ho perso due finali di Champions e un Europeo, ma sono felice di aver vinto 7 scudetti. Ricordo quando firmai il primo contratto con Andrea Agnelli, erano anni in cui arrivavamo sempre settimi. Gli dissi: Spero che tu non voglia essere uno dei pochi presidenti che non ha vinto nulla, così come io non voglio essere uno dei pochi juventini a non aver vinto nulla".
Sempre fedele alla Juventus in Italia, a eccezione di una piccola parentesi nell'Empoli nella stagione 2007/2008, Marchisio avrebbe potuto indossare anche la maglia del Milan. Club che ha rifiutato per ben due volte.
"È successo due volte, una con Allegri e l’altra con Montella. Mi sono sempre arrivate tante offerte sia dall’estero che dall’Italia, per me la squadra importante oltre alla Juve è sempre stata il Milan. Però non sarei mai andato in un altro club italiano".
Appena sfiorata la possibilità di giocare al fianco di Cristiano Ronaldo alla Juventus, l'ex centrocampista bianconero ha infine voluto dare la sua opinione sul portoghese.
"Lavora tantissimo, cura molto ogni aspetto della preparazione. È un esempio. Ha un fisico atipico per un calciatore, sembra più un centometrista. Se è l’uomo giusto per vincere la Champions? Sì, e anche lui sa di avere questa responsabilità. Con l’Atletico ha toccato tre palloni e fatto tre gol. La Juve con lui ha più possibilità, ma non è tutto automatico e scontato".