Tra tutti gli attori, spicca una figura. Perché gode della piena fiducia di Neymar e perché è stata la persona che l'ha portato a Parigi. Ora deve farse il percorso inverso. Si tratta di Pini Zahavi.
Il mediatore israeliano, nonostante i 75 anni di età, ha una grande complicità con il brasiliano. Non è un agente, però è una delle persone più influenti nel mondo del calcio.
Zahavi è cosciente del fatto che affinché l'operazione vada in porto, il padre di Neymar dovrebbe sparire dalla scena per evitare rumori mediatici e problemi con il Barcellona. Inoltre, ha una buona relazione con alcuni giocatori che potrebbero entrare nell'operazione, come Coutinho.
Guardando al PSG
Nonostante a mettere la faccia sia Al-Khelaifi, dietro di lui c'è l'appoggio del Qatar. Ovvero, dell'emiro Tamim bin Hamad Al-Thaini. Lui è stato uno dei grandi artefici dell'arrivo di Neymar. È lui l'uomo da convincere.
Poi c'è Al-Khelaifi. Sebbene pubblicamente abbia aperto le porte a Neymar, a Barcellona non dimenticano i precedenti con Verratti, Thiago Silva, Marquinhos, Di Maria o Rabiot, ai quali non ha per niente facilitato l'addio.
Il protagonismo del Barcellona
Una volta superato questo scoglio, e guardando al Barcellona, ci sono tanti uomini a lavoro. Leo Messi ha fatto la sua parte. Il capitano del Barcellona è un grande amico del brasiliano ed ha fatto sì che i blaugrana gli riaprissero le porte.
Josep Maria Bartomeu, il presidente, esaudirebbe il desiderio di Messi. E a lui tocca la parte peggiore: far cuadrare i conti e giustificare di fronte all'opinione pubblica il cambiamento di atteggiamento con Neymar.
Infine, i giocatori che potrebbero entrare nell'operazione. E pensare che Dembélé e Coutinho, che potrebbero essere le pedine di scambio con il PSG, sono i giocatori per i quali il Barcellona ha speso i 222 milioni di euro ricevuti dalla cessione di Neymar.
E poi c'è Ivan Rakitic, sogno di Tuchel e giocatore essenziale per Valverde.