È il 13 Luglio 2009. Il Manchester City annuncia l'acquisto di Carlos Alberto Tevez, e la cittá di Manchester viene tappezzata di poster che raffigurano la faccia dell'attaccante con un'enorme scritta: "Benvenuto a Manchester".
La frecciata è ovviamente rivolta ai cugini dello United, per il quale Tevez ha giocato e vinto due campionati e una Champions League.
L'acquisto di Tevez portava con se un forte significato simbolico: il City infatti era stato acquistato solo un anno prima dagli sceicchi, e dopo aver passato una vita all'ombra dei più famosi concittadini, si apprestava a dichiarare al mondo la propria presenza e a far riconoscere il proprio status.
Di fatto, il talento sudamericano fu strappato proprio allo United, ad un cifra, 32 milioni di euro, astronomica per il momento storico.
I soldi appunto. Secondo le ultime rivelazioni fornite da 'Football Leaks' a 'Der Spiegel', Il Manchester City cooperò con una misteriosa compagnia per l'acquisto dell'attaccante.
I diritti economici di Tevez infatti non appartenevano allo United, per il quale quindi giocava sotto forma di prestito, ma ad un investitore privato, una parte terza che li gestiva, pratica dichiarata fuorilegge nel calcio contemporaneo. Sostanzialmente quindi, il calciatore era di proprietà di una compagnia di investimenti con sede nei Caraibi, un paradiso fiscale.
Il problema di queste sedi per gli investigatori è che non è praticamente possibile sapere cosa si trovi dentro, e indagare sul movimento dei soldi che avviene al loro interno.
Il documento dimostra che Carlos Tevez, il City e la compagnia Harlem Springs Corporaet Inc., basata nelle Isole Vergini, firmarono un contratto che prevedeva il pagamento di 51 milioni di euro per il trasferimento, ma non allo United, bensi alla Harlem Spring.