Di padre in figlio con un unico cognome denominatore: Chiesa. E con la Juventus, oggi come ieri, protagonista. Enrico negli anni '90 l'aveva sfiorata ripetutamente mentre Federico, invece, potrebbe abbracciarla. Passano i Beppe Marotta, ma sotto la Mole la storia rimane la stessa. Zoccolo duro di marca nostrana. Le tradizioni vanno rispettate e, soprattutto, tramandate.
Oggi, alle 18, la Juventus sbarcherà all'Artemio Franchi. Sfida non determinante, ma importante. Specialmente considerando la sentita rivalità tra le due tifoserie. Da una parte – i padroni di casa – che faticano a cambiare marcia. Dall'altra, coloro che hanno saputo costruire un'egemonia targata Belpaese. Sulla carta, fondamentalmente, una gara segnata in partenza. Peccato, però, che nella serie A le insidie rappresentino una costante. A maggior ragione se annoveri tra le tue fila un signor giocatore come Federico Chiesa.
L'apprendistato, ormai, è finito da un pezzo. Forte di una crescita costante e prorompente, il 21enne tuttofare offensivo genovese viaggia verso i massimi palcoscenici. Ma senza fretta. Perché l'attualità, infatti, è delle più felici. Il tuttofare offensivo viola nel capoluogo toscano ha affrontato, e sta affrontando, il giusto percorso di crescita: giovanili, passaggio in prima squadra, e definitiva consacrazione. Proprio ciò che serve per pensare in grande. In quanto, sulla bontà della materia, dubbi non ce ne sono.
Si scrive Federico, si legge pezzo pregiato del mercato. Il prezzo del cartellino non è stato ancora fissato, ma la sensazione è che la famiglia Della Valle da quest'eventuale cessione punterebbe a incassare almeno 65 milioni. Investimento significativo ma che rispecchia pienamente il valore di un predestinato. Uno che, in poco tempo, ha attirato su di sé le sirene più chiassose della Premier League.
Niente scout, nessun report. La Juventus, e non potrebbe essere altrimenti, non ha più bisogno di analizzare il top player della Fiorentina. Siamo alle scelte. Alla volontà, o meno, di intensificare il fronte. Tenendo a mente che, comunque, primeggiare non sarà semplice. Questione di Inter. Questione di Napoli. Questione di (forti) rivali stranieri. Tuttavia, in particolar modo negli ultimi anni, sull'asse Torino-Firenze è stato costruito un rapporto decisamente cordiale. Vedi l'approdo di Federico Bernardeschi alla corte di Max Allegri; vedi il passaggio di Marko Pjaca sotto la guida di Stefano Pioli.
Nota bene: vietato volare con la fantasia. Chiesa, nell'imminente appuntamento odierno, proverà a trascinare la Fiorentina a una vittoria contro la Juventus che manca dal 15 gennaio 2017. Una grande prestazione, giustappunto, potrebbe spingere i bianconeri a potenziare un pressing già energico. Insomma, riflettori puntati.