Un Gigi Buffon senza veli ripercorre la sua vita e la sua lunga carriera, ricordando anche i tanti momenti bui che ha dovuto affrontare.
Il portiere bianconero fa un appello a sé stesso e racconta una 'bravata': "Per favore, ti prego, non pisciare sulla ruota della macchina della polizia. I poliziotti non lo troveranno divertente, nemmeno il club. E tu rischierai di perdere tutto quello per cui hai lavorato".
"Una mattina, quanto ti alzerai dal letto per andare all'allenamento, le gambe cominceranno a tremare in modo incontrollato. Sarai così debole da non essere in grado di guidare la tua auto. Inizialmente, penserai sia solo stanchezza, o un virus. Ma poi peggiorerà. Tutto quello che vorrai fare sarà dormire. All'allenamento ogni parata sembrerà uno sforzo titanico. Per sette mesi, avrai difficoltà a trovare qualcosa di bello nella vita", spiega ricordando il tunnel la depressione sofferta a 26 anni.
Infine, uno spiacevole malinteso che gli creò non pochi problemi: "Prima di una grande partita, vorrai fare un gesto per mostrare ai tuoi compagni e ai tifosi che si un leader, coraggioso, un grande personaggio. Quindi scriverai un messaggio sulla tua maglia. Un messaggio che una volta hai visto scolpito su una scrivania quando eri a scuola".
"Scriverai "Boia chi molla". Pensi che sia solo uno slogan motivazionale. Non sai che è uno slogan dei fascisti di estrema destra. Questo è uno degli errori che causeranno molto dolore alla tua famiglia", ha ammesso il portiere della Juventus.