Sono ore sempre più drammatiche quelle che stanno vivendo le famiglie di Emiliano Sala e di David Ibbotson, il pilota che avrebbe dovuto portare il calciatore a Cardiff per iniziare la sua nuova avventura in Premier League.
Come noto infatti, dopo giorni di ricerche, è stato individuato domenica scorsa nelle acque della Manica il relitto dell’aereo sul quale i due viaggiavano e che era partito da Nantes il 21 gennaio.
Il ritrovamento del Piper PA-46 Malibu è stato possibile grazie al lavoro degli investigatori privati ingaggiati dalla famiglia dello sfortunato giocatore ed ora si pensa già a quella che sarà la fase successiva: il recupero del relitto. L’AAIB, l’Air Accidents Investigation Branch, è al lavoro per cercare di riportare il velivolo, che attualmente si trova ad una profondità di 67 metri, in superficie e, nonostante nelle ultime ore siano stati sollevati dubbi in merito al costo dell’operazione, le squadre di ricerca francesi e britanniche faranno di tutto al fine di riuscire a condurre a fine un’impresa che porterebbe anche a comprendere quali sono state le possibili cause della tragedia.
David Mearns, il coordinatore delle ricerche private finanziate dalla famiglia, parlando a L’Equipe ha spiegato come l’operazione sia delicata, ma anche fattibile.
“Abbiamo già recuperato altri aerei in acque molto più profonde, io credo che questa sia una cosa che debba essere fatta. L’AAIB ha una missione: determinare le cause dell’incidente. Il velivolo qui è stato già trovato e quindi c’è da porsi una domanda: perché dopo essere stati coinvolti nelle ricerche e aver localizzato l’aereo non si dovrebbe procedere al recupero? Questo vale soprattutto in questo caso, visto che è stato individuato un corpo”.
Mearns non ha dubbi quindi sul fatto che vada assolutamente tentato il recupero dell’aereo.
“Se l’aereo fosse caduto in un campo, l’AAIB l’avrebbe recuperato insieme ai corpi e messo in un capannone per studiarlo. Qual è quindi la differenza tra un aereo caduto in mare ed uno precipitato al suolo? Il costo del recupero. E’ più costoso, ma quanto viene speso per queste due famiglie? Non ha senso iniziare una ricerca, trovare un aereo che potrebbe dare indizi sull’accaduto e poi rinunciare. Non ci si può assumere una responsabilità del genere”.
L’operazione potrebbe richiedere del tempo, ma portarla a termine è un obbligo.
“Avranno bisogno di tempo, ora che non c’è più speranza di trovare dei sopravvissuti. Molte persone, più di cinquemila, hanno fatto delle donazioni per portare avanti queste ricerche e credo che, per una questione di trasparenza, sia necessario che sappiano che cosa è successo”.