Gigi Buffon dopo aver raccontato le attuali sensazioni, con lo sguardo rivolto al futuro, passa a rassegna alcuni personaggi della Serie A ai microfoni del 'Corriere dello Sport'.Si comincia da Antonio Conte e la sua è una difesa a spada tratta verso il suo ex allenatore. La stella di Antonio Conte allo Stadium non deve essere toccata.
"Mi ha fatto male leggere in due o tre occasioni che qualche tifoso juventino aveva chiesto di togliere la stella di Conte dopo il suo passaggio all’Inter. Per la Juventus si è speso fino all’ultima goccia di sudore, mettendo tutto se stesso, da giocatore non si è mai risparmiato per il bene della squadra. Da allenatore se l’è caricata sulle spalle e l’ha trascinata al successo con una lucidità totale e senza soluzione di continuità".
"Le scelte professionali, anche se spiazzanti, non possono sporcare un passato intenso come il suo. Lui non ha mai tradito, non è il tipo che bacia la maglia, aderisce pubblicamente al progetto e poi alimenta i conflitti nello spogliatoio o in società".
Buffon poi spiega anche la scelta della Juventus di rivolgere le proprie attenzioni ad un allenatore come Maurizio Sarri.
"Ho toccato con mano la competenza del presidente, di Fabio e Pavel. Chi segue sempre gli stessi percorsi raggiunge sempre gli stessi traguardi e la Juve che cerca la Champions ha voluto tentare la strada della discontinuità, partendo dal presupposto che la squadra è difficilmente migliorabile. Sarri non è rivoluzione, né scommessa. È un percorso inedito, un’altra storia".
Infine il portiere chiude con l'analisi di Cristiano Ronaldo e la scelta di venire in Serie A: "Perché Ronaldo ha scelto l'Italia? Non scelse l’Italia, scelse la Juve. La Juve, se mi permetti, è una realtà a parte. Ci siamo visti a Torino, Ronaldo è molto altro. Non credo che reciti. Si è posto dei traguardi personali e professionali e ha impostato tutta la sua vita su quelli: un esempio inimitabile".