Arrivato a gennaio in Italia, Asmir Begovic ha le idee chiare. Chiarissime. L'emergenza Coronavirus va superata, ma il portiere del Milan chiede che i verdetti della stagione appena sospesa maturino sul prato verde.
L'estremo difensore bosniaco, che nel mercato invernale ha sostituito Reina nella rosa rossonera come vice-Donnarumma, al 'Mirror' espone il proprio pensiero riguardo lo stop del campionato italiano.
"Dobbiamo finire la stagione, dev'esserci un modo per deciderla sul campo: Scudetto, retrocessioni, posti Champions. Possiamo giocare ogni 3 giorni, i calciatori possono farcela, ci piace giocare. Ho giocato in Inghilterra... Ora stiamo riposando un po', le squadre saranno in forma. Vedremo cosa verrà deciso".
Begovic, però, non perde di vista l'obiettivo primario: sconfiggere il Coronavirus.
"Prima di tutto bisogna tenerlo sotto controllo e far guarire la gente: prima si chiuderà tutto, prima tutto sarà finito".
Riguardo eventuali partite a porte chiuse, soluzione già adottata prima della sospensione, il portiere del Milan storce il naso.
"Ci perdono tifosi, giocatori e staff. Il calcio è religione, una cultura, modo di vivere. Non mi piace quando si parla di stop o porte chiuse, perchè i tifosi vogliono vedere le partite".
"Giocare con San Siro vuoto (Milan-Genoa, ndr) è stato strano, sei abituato ad avere i tifosi, se la squadra di casa va in vantaggio il pubblico ti spinge e sostiene. Non c'era adrenalina, non è stato nemmeno divertente. Preferirei che si ritardasse la ripresa e si torni a coinvolgere la gente, fanno parte del gioco".