Dopo una trattativa lunga e l'arrivo a Torino di mercoledì sera, oggi Maurizio Sarri ha parlato in conferenza stampa, nella presentazione con la Juventus . Inizia ufficialmente oggi l'avventura sulla panchina della Vecchia Signora.
La conferenza stampa comincia subito con un riassunto delle scelte di Sarri, negli ultimi anni. Scelte che lo hanno portato adesso a sposare la Juventus.
"Bisogna avere le idee chiare sul percorso. Io a Napoli ho dato tutto, dal punto di vista professionale e morale. Negli ultimi mesi al Napoli ho provato per la prima volta un dubbio, poi la società mi ha tolto il dubbio chiamando Ancelotti. A quel punto ho davanti a me delle offerte da grandi club italiani, ma preferisco andare all'estero per non fare il passaggio diretto in Italia".
"Al Chelsea nella seconda parte della stagione ho cominciato a sentire problemi personali, sentendo il richiamo di tornare in Italia. E lo faccio nella squadra più importante d'Italia. Di questo sono onorato e chiedo anche rispetto per la mia scelta professionale".
Sarri racconta poi di come la Juventus lo ha chiamato. I modi in qui questa chiamata è arrivata è stato un motivo di grande orgoglio.
"Ho avuto una sensazione forte quando la Juventus mi ha chiamato. Non per il momento, ma per la determinazione che ho visto nella Juventus di scegliere me. Mai visto in 30 anni una squadra essere così decisa a prendere un tecnico".
"La Juventus ha l'obbligo di partire per vincere in tutte le competizioni. Ma in Europa il ragionamento è diverso dall'Italia. Ci sono altre otto squadre in Champions League che hanno la stessa ambizione e la stessa forza della Juventus, quindi la vittoria non dipende soltanto da una cosa"
Sarri poi risponde inevitabilmente alle domande sul suo presunto 'tradimento' al Napoli e tutto quello che ci può essere di collegato.
"Io non mi sento di essere un traditore, mi sono sempre comportato bene in tutte le squadre. Ho sempre dato il 110% e quindi non so cosa altro io possa fare. In tre anni a Napoli mi svegliavo ogni mattina pensando a come battere la Juventus, che in quel momento era la squadra da battere. Forse ho fatto cose con mezzi e modi anche sbagliati, ma era quello che andava fattao Si trattava di odio sportivo, com'è giusto che sia. Adesso sono qui".
20 de junio de 2019