Quello della Juventus nella fase a gironi della Champions League, è stato un cammino quasi perfetto. I bianconeri hanno vinto cinque delle sei partite disputate (pareggiandone solo una) e si sono rivelati gli autentici dominatori del Gruppo D.
La qualificazione alla fase ad eliminazione diretta è stata ottenuta con largo anticipo, cosa che invece non è riuscita a fare l’Inter che è stata clamorosamente eliminata e dovrà quindi ora ripartire dall’Europa League.
Le due grandi favorite nella corsa per lo Scudetto saranno, nel prosieguo della stagione, chiamate a seguire percorsi europei diversi ma Gigi Buffon, parlando a Tuttosport, ha spiegato come di fatto per i bianconeri nulla cambi.
“Per la Juve non cambia niente, se la Juve ha la testa e l’umiltà che ha avuto contro il Leverkusen. Se invece ha la supponenza e un po’ la superficialità, a cominciare chiaramente da me, che ha messo in certe partite non di cartello, allora la Juve rischia. Per questo dico che quella in Germania era una partita nella quale dovevamo dare delle risposte, come gruppo, per capire se veramente vogliamo arrivare a determinati obiettivi. Per arrivarci servono sicuramente tanta qualità e tanta esperienza, però ci vuole anche un gruppo coeso che abbia voglia di soffrire in certi momenti della gara. In Germania gli esempi più belli sono stati Cristiano e “il Pipa” perché in alcuni momenti, soprattutto del primo tempo, nei quali non c’era da guardarsi troppo intorno ed essere troppo riflessivi, Ronaldo e Higuain hanno cominciato a correre indietro per difendere. Per noi è stata una trasmissione di adrenalina ed energia fortissima”.
Cristiano Ronaldo è tornato a grandi livelli dopo un periodo abbastanza complicato. Poche settimane fa, contro il Milan, subito dopo la sua sostituzione, il fuoriclasse lusitano ha deciso di lasciare lo stadio e di tornare a casa.
“Con Cristiano ci parlo spesso: quello che deve sapere e non perdere mai di mente è che per noi, essendo un campionissimo, può diventare determinante in quanto ad esempio. Se lui dà determinati esempi, noi diventiamo una squadra 100 volte più forte e contro il Leverkusen nelle difficoltà della partita lui è stato veramente unico e mi ha emozionato. Se si vede uno di 34 anni fare certe cose è chiaro che gli altri di 22-23 anni poi lo seguono e lo imitano. Per questo ho ringraziato lui e anche il Pipa”.
Quell’episodio non ha creato scossoni nello spogliatoio e non sono state necessarie nemmeno le scuse.
“Naaa, ma siamo grandi, dai! Almeno, io non ho bisogno di sentire “scusa”. Io voglio andare in campo e vedere che tutti facciamo lì quello che dobbiamo fare. Quello è il più grande messaggio di rispetto nei confronti della squadra che si possa dare”.
Nel corso si questa stagione si è avuta l’impressione di vedere una Juventus di Champions diversa da quella di campionato. Buffon ha spiegato il perché.
“Si spiega facilmente, la cosa, quando sei una squadra forte composta da tanti campioni: sicuramente la preparazione a certe partite è diversa, e quindi alcune volte paghi dazio. Poi magari, nel nostro caso, il dazio maggiore l’hai pagato con la Lazio, pur in una partita che secondo me è quella giocata meglio nell’ultimo mese: lì proprio gli episodi ci hanno punito, ma alla fine era un susseguirsi di rischi che ci stavamo prendendo negli ultimi tempi. Fino a Roma non l’avevamo pagata cara, invece è successo quando meno ce lo aspettavamo”.
Buffon ha svelato a che punto è secondo lui arrivata la Juventus.
“E’ ad un punto in cui nulla le è precluso. A patto che ci convinciamo che per arrivare alla meta occorre mettere tutta la qualità che abbiamo, ma anche entusiasmo e voglia di soffrire, rincorrere, stare uniti anche quando c’è da faticare. Le partite sono diverse e danno motivazioni diverse, ma noi dobbiamo trovare continuità a prescindere”.