Juventus-Atalanta di domenica scorsa non è stata una partita come le altre per Barzagli, che ha salutato per l'ultima volta il pubblico dello 'Stadium'.
Il difensore infatti al termine di questa stagione lascerà il calcio giocato e in una lunga intervista concessa a 'La Gazzetta dello Sport' spiega i motivi della sua scelta.
"Era arrivato il momento giusto. La mattina mi sono svegliato e mi è iniziato un po’ di magone. Ho avuto un’annata calcisticamente difficile, sono stato molto fuori, non mi sentivo più all’altezza degli altri. Domenica in campo ero completamente fuso, ero nel mondo delle favole... Quando sono uscito la prima cosa che ho pensato è stata: “Ecco, è finito tutto. Però ho fatto una carriera stupenda e meglio di così non poteva finire. Nella Juve, con un altro scudetto”.
Dopo la festa è continuata prima in campo e poi in un noto locale di Torino.
"È stato bello quando la curva mi ha chiamato. Mi hanno voluto bene. Per quello che ho fatto in campo, ma forse anche per il comportamento fuori. La sera abbiamo fatto una piccola festa. Sono venuti da lontano Llorente, Lichtsteiner, Pogba. Gigi è venuto apposta da Parigi. Nel calcio siamo tutti professionisti, siamo tutti colleghi, ma non è scontata l’amicizia".
Barzagli rivela un retroscena sulla BBC, difesa formata per anni con Bonucci e Chiellini.
"L’intuizione è stata di Conte, che ci ha messo a giocare a tre. Però sembravamo fatti apposta per incontrarci. La BBC esaltava le doti di ognuno. In campo bastavano gli sguardi, ci capivamo al volo. C’è stata in tutti e tre grande professionalità, grande attaccamento alla Juve e soprattutto grande voglia di migliorarsi. C’è una B in più da ricordare, quella di Gigi: un punto fisso, intelligenza e talento".
Il difensore non esclude un futuro da allenatore e spiega le differenze tra Conte e Allegri.
"Antonio è un martello sul lavoro. È uno molto concentrato sul lavoro. Sempre. Conte ci ha insegnato un modo di difendere diverso rispetto a quello di una volta. Molto più aggressivo, un modo originale di marcare. Anche grazie a lui c’è stata questa crescita importante della Juventus. Dopo di lui Max è stato il meglio che si potesse trovare perché ha integrato la mentalità che aveva creato Antonio con quel tocco di leggerezza che ha lasciato tutti giocare con più semplicità".
Barzagli poi anticipa l'arrivo del suo erede che sarà Romero, oggi al Genoa.
"Ha grandi potenzialità, arriverà in un gruppo con giocatori che possono insegnare molto, sia Giorgio che Leo sono grandissimi difensori. Se sei intelligente e inizi a prendere da loro, migliori molto. E poi, quando arrivi nella Juve, oltre ad essere bravo devi avere personalità".
Infine il difensore ripercorre la sua carriera, tra gioie e dolori.
"Il Mondiale vinto è la cosa più bella. Non me lo sono goduto come avrei voluto. Avevo 24 anni e non riuscivo a realizzare in pieno cosa era successo. Rimane una cosa incredibile. Quando, ancora oggi, vedo in tv Fabio Grosso che calcia il rigore... Ancora mi dà i brividi, e di più adesso. Delusioni ce ne sono state. Le Champions sono state due sconfitte molto amare. Non arrivare al Mondiale è stata una delusione fortissima. Specie per chi l’aveva vinto".