Giornata in cattedra per Mario Balotelli che ieri è stato ospite dell'Istituto Boldani di Parma per parlare di razzismo e integrazione con 440 studenti.
Come riporta 'Il Corriere dello Sport' però non sono mancate le disgressioni calcistiche, tra Nazionale e futuro.
"Negli anni passati non essere stato convocato mi ha fatto molto arrabbiare. Non mi chiamavano e non mi davano neppure una spiegazione. Ora ci ho fatto l’abitudine... Però giocare per il mio Paese è la cosa più bella e quando non mi hanno convocato ci sono rimasto molto male. Dove giocherò il prossimo anno? Non ho ancora deciso niente e non ho neppure parlato del futuro con il mio procuratore. Prima ho voglia di un po’ di vacanza. Io al Parma? Sarebbe un onore".
Balotelli ha solo parole di ringraziamento per l'attuale CT Roberto Mancini che lo ha lanciato ai tempi dell'Inter.
"Se sono diventato un calciatore devo ringraziare Mancini e i miei genitori. Loro non mi hanno mai spinto verso il pallone e anzi mia mamma mi faceva praticare il nuoto e l’atletica perché non le piaceva il mondo del calcio.Cosa avrei fatto se non avessi sfondato con il pallone? Da piccolino sognavo di lavorare in un circo perché mi piacevano gli acrobati. Amo giocare a calcio, ma odio guardare il calcio in tv".
L'attaccante torna sul tema razzismo e sui problemi di integrazione avuti in Italia.
"Quando ero più giovane ho faticato a integrarmi. Colpa delle frasi di Salvini? Io non ho problemi con lui e secondo me dice anche delle cose giuste, ma quando tocca il problema dell’immigrazione, il modo in cui parla alle persone che lo votano suscita in loro razzismo. Penso che un insulto razziale sia peggio di una coltellata. Il colore della mia pelle ha influenzato la mia carriera? Secondo me sì.. ".
Infine Balotelli parla della sua vita da padre e ammette di non avere un carattere facile.
"Ma non mi pento quasi di niente. Nella società di oggi si tende a essere tutti uguali. Io ho un carattere forte che può aver dato fastidio a tante persone, ma è un problema loro. Dalla nascita dei miei due figli sono diventato più adulto. La prima volta che Pia mi ha chiamato papà mi sono emozionato: non ero abituato e quasi credevo non si rivolgesse a me... Non vorrei che mio figlio Lion diventasse un calciatore. Meglio altro... ".