Un altro Mancini per il calcio italiano. Dopo Roberto, campione negli anni '80 e '90, allenatore vincente una volta appesi gli scarpini al chiodo, ecco Gianluca. Il futuro della Nazionale azzurra, attualmente allenata proprio dall'ononimo. Il 2018/2019 è l'anno dell'esplosione per il giovane difensore, che migliora a vista d'occhio in maglia Atalanta.
In esclusiva per DAZN, Mancini ha parlato di presente, passato e futuro, comprese le tante domande riguardo il suo cognome:
"Tantissime volte mi hanno chiesto se ero imparentato con il mister, anche Ilicic ai tempi della Fiorentina. Dicevo che se ero il figlio di Roberto avrei potuto fare altro invece che il calciatore.. Tra l'altro mi chiamano tutti Mancio, anche la mia ragazza".
Mancini è l'idolo dei tifosi dell'Atalanta, ma anche perno essenziale delle squadre di Fantacalcio, visti i cinque goal segnati:
"E' una dote naturale, la miglioro. Anche a livello giovanile segnavo, se c'è una punizione io vado in area, tanto con tutti i piedi buoni e quei assist perfetti che abbiamo all'Atalanta serve solo dare la zuccata vincente".
Nessuna dab, mano all'orecchio o imitazione di statue. Mancini non ha intenzione di essere catalogato:
"Non voglio avere una mia esultanza, se segno faccio delle cose. A volte anche brutte, come a Frosinone. La più bella è stata contro l'Inter, quando ho scavalcato e sono andato verso i nostri tifosi. Negli inserimenti bisogna essere bravi, trovare il momento giusto".
Appena 22enne, Mancini deve migliorare in tante cose. Lui sa bene quali sono e non si nasconde affatto:
"A volte non penso, penso solo ad andare in avanti senza lettura del gioco. A volte sono troppo aggressivo, il mister mi riprende perchè dice che nello sprint ho qualche possibilità in più. Devo farlo in maniera seria".
Colonna dell'Under 21, Mancini è stato convocato anche dall'ononimo allenatore in Nazionale maggiore:
"Ero un po' infortunato, Di Biagio mi disse che c'era la possibilità di andare su con i grandi. Alla fine il dolore è sparito, ho subito chiamato la mia fidanzata. Ero molto emozionato, come se fosse stato il primo giorno di scuola. Chiellini mi ha abbracciato e fatto i complimenti, siamo toscani entrambi".
Si parla spesso di Milan, Juventus e Roma per Mancini, chissà se in futuro il suo vecchio tifo per l'Inter possa influire:
"Ho una famiglia di interisti, avevo il poster di Materazzi. Mi piaceva Ronaldo, mio padre adorava Vieri quindi avevo anche il suo poster. Il mio sogno era quello di giocare in Serie A, non penso ai nerazzurri perchè l'Atalanta è una società forte, la paragono tranquillamente con l'Inter. E' un sogno essere qui".
Mancini sta crescendo, e imparando pian piano a conoscere gli attaccanti di Serie A. I più difficili da marcare? Presto detto:
"Contro Insigne e Mertens è stata veramente dura, vanno dentro, incontro, girano. E' stata una bella partita. Piatek sta facendo grandi cose, ha dimostrato di segnare anche con il Milan. Speriamo che non segni contro di noi, magari qualche pedatina ci scappa... Duvan? Dura tenerlo, con quel fisico, in velocità"