Conferenza stampa speciale in casa Juventus alla vigilia della festa Scudetto in programma contro l'Atalanta. Il presidente Andrea Agnelli ha spiegato le scelte fatte dalla società sull'addio di Massimiliano Allegri.
Intervenuto ai microfoni della stampa, il patron bianconero ha aperto la giornata precisando di non voler parlare del successore di Allegri: "Non parlero del nuovo allenatore, sono qui per celebrare Allegri, che da solo ha scritto la storia della Juventus".
Agnelli svela il momento in cui ha scelto di affidare la panchina della Juventus ad Allegri: "A maggio del 2013 eravamo a Londra per assistere alla finale di Champions League, dallo stesso albergo esce Allegri e dissi a Fabio che quello sarebbe stato il prossimo allenatore della Juventus. Per prendere la squadra il 16 luglio e portarla a vincere servono gli attributi".
Il presidente bianconero spiega nel dettaglio la decisione presa sul futuro della panchina: "Gestendo aziende bisogna saper prendere le giuste decisioni nei momenti in cui vanno prese. Dopodiché, solamente solo il futuro dirà se saranno state corrette. A me non piacciono gli "Yes, man": voglio opinioni forti. E dopo aver ascoltato le decisioni si prendono decisioni forti. Chi non è in grado di reggere queste pressioni, non può gestire società sportive o aziende. Abbiamo capito insieme che questo ciclo andava chiuso con un acuto, con un successo".
Agnelli spiega anche le parole a caldo dopo la sconfitta di Champions contro l'Ajax: "Quando ho detto che sarebbe rimasto ero sicuro, poi ci siamo confrontati e c'è anche un po' di tristezza e commozione per il suo addio, ma era il momento giusto. In quest'ultimo mese abbiamo analizzato e riflettuto. In un'azienda bisogna prendere le decisioni al momento giusto, poi vedremo se sarà stata la scelta corretta. Se non si è dentro le dinamiche non si può capire".
Il patron svela di aver preso la sua decisione più difficile da quando è a capo della Juventus: "Assolutamente sì, per tutte le cose che ho detto prima, è stata senza dubbio la scelta più sofferta. Alla fine è la società che decide, questo club ha una storia e nessuno è indispensabile, siamo tutti utili, le scelte devono essere prese soltanto per il bene del club".